Isabelle Huppert: “Viaggio in Giappone? Un aspetto mi ha impressionato. Non farò la regista per un motivo”. Isabelle Huppert su Viaggio in Giappone e non solo, l’attrice francese, 70 anni, parla del film *nelle sale dall’11 gennaio) che la vede rea i protagonisti, in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
[…] crede ai fantasmi?
“Giuro che vorrei! Ahimè, sono troppo razionale. Per me la morte è silenzio. Buffo: un altro dei miei ultimi film (deve ancora uscire), ha al centro gli spiriti, per non parlare dei libri che vanno di moda oggi. Forse il tema dei fantasmi è così presente perché rappresenta un tentativo di rapportarsi alle perdite in un mondo inarrestabilmente colpito da tragedie. Il côté soprannaturale, in verità, appartiene alla regista”.
In che senso?
“Una delle sceneggiatrici, Sophie Fillières, sua grande amica, è mancata a fine luglio. Aveva 58 anni… Élise ne sente ancora forte la presenza”.
Cosa l’ha colpita della cultura giapponese?
“Conosco il Paese dal 1982, quando ci ho girato qualche scena di La Truite di Joseph Losey, ma mi impressiona a ogni ritorno la gentilezza: noi francesi siamo più scortesi. Poi non so se sia realmente una qualità interiorizzata, magari non sono tutti davvero così gentili (lo dice con il guizzo di un sorriso negli occhi, non si consente di scomporsi oltre)”.
[…] Il film ha momenti spassosi: Sidonie non conosce i costumi locali, si inchina ripetutamente a sproposito, non permette che l’editore le porti la tracolla, e gliela strappa di mano…
“I fraintendimenti sono lo spunto per le gag, ma la faccenda ha un significato profondo: non intende cedere la parte intima e segreta di sé.Il contenuto di una borsa rivela parecchio della proprietaria. Ma lui è un uomo di carattere, malgrado la delicatezza: lo si capisce da come cammina veloce, costringendo lei a seguirlo quasi correndo. E la sorprende spesso, come nella scena del bar: la lascia di sasso con la quantità di bicchieri di whisky scolati”.
Isabelle Huppert: “Viaggio in Giappone? Un aspetto mi ha impressionato”
Quanto ha messo di sé nel personaggio? La regista assicura che, quando si vede Sidonie addormentata a Naoshima, quella è davvero lei che sta dormendo…
“Sì, comunque non mi preoccupo del tasso di identificazione, non è il mio metodo. E comunque in questo caso non ce ne sarebbe stato proprio bisogno: i dialoghi sono scritti alla perfezione, profondi senza essere cerebrali”.
Qualche lezione da imparare dalla protagonista?
”Per quanto mi riguarda, la capacità di viaggiare leggera. È sempre impeccabile (ci siamo confrontate a lungo sui look coerenti alla personalità), ma riesce a tenere tutto in un trolley”.
[…] A proposito di regista: non le piacerebbe passare dietro alla macchina da presa?
“No no no, per niente. Sono già fortunata a potermi esprimere così tanto come attrice, non mi sento affatto frustrata”.
In effetti, il lavoro non le manca. Come fa a mantenere sempre la stessa freschezza, la stessa energia?
“L’energia non c’entra, sono pigrissima! È che mi viene facile recitare e mi diverte (certo, mangiare un gelato è preferibile…): non vedo perché dovrei fermarmi e cambiare”.
Per noia, magari.
“No, ogni film è come se fosse il primo! L’esperienza o la conoscenza hanno un’importanza relativa perché il cinema è il media che cattura il momento presente e te la giochi lì. Per questo io non amo le prove e, se qualche regista le pretende, fingo di provare… (e accenna un sorriso prima di andare) Ps: il gelato si è tristemente sciolto, rimanendo intonso”.
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