Leo Gassman debutta da attore: “Interpreto Franco Califano in una parte della sua vita che poche persone conoscono”. Leo Gassman debutta da attore, il cantante romano, 25 anni, ha girato il suo primo film tv come attore, dove impersona il mitico Franco Califano. Ne parla in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’ della quale ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Leo, partiamo da qui. Cosa puoi anticiparci?
«Interpreto Franco Califano dai 20 ai 45 anni. È una parte della sua vita che poche persone conoscono perché racconta il periodo precedente a quando è diventato un cantautore, fino al suo momento di più grande successo».
Come è stato entrare nei suoi panni?
«Molto difficile, ho dovuto impegnarmi duramente, però poi alla fine ce l’ho fatta e sono molto fiero di aver raccontato questa storia, perché darà la possibilità di vedere Califano da un punto di vista insolito, non solo come un cantautore dalla vita frenetica. Verrà raccontata la storia di un uomo con le sue fragilità e con un grande cuore, che ha saputo affrontare sfide assurde per arrivare dov’è arrivato».
Tu nasci cantante, come mai sei diventato attore?
«È stata una grande sorpresa per me, ho studiato per più di due anni dopo essermi laureato: avevo bisogno di scoprire me stesso, anche in seguito alla pandemia. Dovevo scegliere tra recitazione o andare in terapia. È nata come cura per l’anima. A un certo punto il mio preparatore mi ha detto che avevo la stoffa per fare cose belle, ci siamo detti però che non avremmo fatto alcun provino fino a quando non sarebbe arrivato il momento in cui sarei stato pronto: questo passo era una grande responsabilità».
Ti piace recitare?
«È una cosa che mi rende felice. È una “casa” che ho trovato dopo 25 anni di vita. Sarà un viaggio straordinario, un grande inizio, diventerà con la musica qualcosa che non smetterò mai di inseguire».
Leo Gassman debutta da attore: “Interpreto Franco Califano”
[…] Torniamo alla musica. Com’è nata la canzone “Dammi un bacio, ja”?
«Io di solito canto brani che scrivo da solo, però con Marco Rissa è un discorso diverso. Mi piace interpretare i suoi pensieri, mi stimola a livello di scrittura personale. Quando mi è stato chiesto di scrivere una canzone per la serie, mi è venuta in mente quella di Marco e l’ho proposta subito».
Cosa racconta il testo?
«Parla di un amore che cambia nel tempo, ma rimane eterno. Parla di ragazzi, di Roma, del traffico, di una relazione con una ragazza che porta entusiasmo e voglia di vivere. I temi del testo si sposano benissimo con le storie della serie Rai, di cui sono fan».
E il cui protagonista è tuo padre.
«Papà lo ammiro tantissimo, è un grande attore e lo ha dimostrato. Quando guardo la serie all’inizio lo riconosco, ma poi entro nella storia e mi dimentico che è lui. E ho tanti amici che recitano nella serie, tifo per loro. Sono andato a trovarli varie volte sul set, anche della prima stagione diretta da Alessandro D’Alatri, che purtroppo è scomparso. Questo brano lo dedico a lui».
[…] Il cognome che porti è un ostacolo o un vantaggio per la tua carriera?
«Se in questo Paese hai la fortuna di fare parte di una famiglia di artisti, forse è più difficile. Il pregiudizio esiste, ma le critiche mi fanno spingere più forte per migliorare e per smentirle. Mi fa piacere vedere altri figli d’arte che si stanno facendo spazio. Come Angelina Mango, un’artista incredibile e una persona meravigliosa che si merita il successo che ha. Non si può scappare da quello che si è solo per la paura di essere giudicati».
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