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Spettacolo

Stefania Bonfadelli: “Franca Valeri? Ci condivisi un uomo ma ne soffrì. Poi prese una decisione”

Stefania Bonfadelli: “Franca Valeri? Ci condivisi un uomo ma ne soffrì. Poi prese una decisione”. Stefania Bonfadelli su Franca Valeri e non solo, la cantante lirica e regista toscana, 56 anni, si racconta a cuore aperto in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Vi siete conosciute nel…
«1986, quando vinsi il Concorso Battistini che Franca aveva fatto nascere col suo compagno, il direttore d’orchestra Maurizio Rinaldi. Avevo 18 anni. L’opera era la prima passione di Franca, andava alla Scala già a 8 anni, nel palco di un amico di famiglia, il poeta Paolo Buzzi. Aveva ascoltato Pertile e Gigli. Scrisse lo sketch Avrei voluto essere un mezzosoprano. Al suo concorso curava le regie e Maurizio dirigeva. L’estate tutti noi giovani cantanti la passavamo nella casa di Franca sul lago di Bracciano. Una specie di “comune” dove si cantava, si giocava a carte, nascevano amicizie, amori. Lì si provava, non c’erano tanti fondi per affittare un teatro».

[…] Franca ci confidò il cruccio di non aver mai fatto una regia alla Scala.
«In realtà non così tanto, l’unico cruccio è di non aver avuto un figlio».

Stefania Bonfadelli: “Franca Valeri? Alla fine mi ha adottata”

Alla fine adottò lei.
«A 88 anni ebbe la polmonite, a forza la portai in ospedale. Volevano darle un farmaco a cui era allergica. Mi opposi. I medici mi dissero: lei è parente? No. Questa cosa la fece pensare. Mi disse: non ho nessuno, vorrei che tu mi accompagnassi nella vecchiaia. Ne parlammo con Zeffirelli e Patroni Griffi, nel loro caso i figli adottivi erano gli ex compagni. Non era la stessa situazione. Io poi ho la mia famiglia d’origine. Ma è stato semplice. Nel 2008 mi ha adottata. Franca ed io non abbiamo mai vissuto insieme, eravamo nello stesso palazzo, su due piani diversi».

Il vostro rapporto ha avuto vari step. Avete amato lo stesso uomo.
«Come coppia, lei e Maurizio Rinaldi sono stati insieme dal 1963 al ’78. Ma il rapporto durò trent’anni. Poi lui ebbe altre relazioni e raccontava tutto a Franca. Era un uomo libero, infedele, affascinante. A lei non piacevano le cose semplici. Il loro rapporto si trasformò. Erano indispensabili l’uno all’altra. Li univa la musica. Quando Maurizio si ammalò gravemente di tumore al polmone, Franca perse l’equilibrio. Non era preparata. Entrai in azione. Non so neanch’io dove trovai la forza. Ho sostenuto anche Franca».

Ma quando Maurizio si mise con lei…
«Franca all’inizio mi vide con sospetto. Ne soffrì. Ma capì la sincerità dei miei sentimenti, e che potevo essere non una nemica ma un’alleata. Diceva: non posso schiavizzare qualcuno solo perché lo amo, dobbiamo continuare la nostra pseudo famiglia, non voglio perderla. Ci ha unite l’amore per la stessa persona. Aver amato in tempi diversi la stessa persona, non sempre divide due donne, le può anche avvicinare. Non so perché è difficile a capire e apprezzare una situazione del genere».

Stefania Bonfadelli: “Franca Valeri? Ci condivisi un uomo ma ne soffrì”

Franca fu straordinaria nel passare dall’amarezza e dal dolore, all’amore per lei. Lei, la grande rivale, divenne sua figlia.
«È vero, ma come coppia non stavano più insieme. Maurizio morì nel 1995. Aveva 17 anni meno di Franca e 30 più di me. Io ero molto giovane, mi sembrava Dio».

Rinaldi sul podio non fece una grande carriera.
«Non aveva il carattere per farla, quando alzava il gomito tranciava giudizi su alcuni grandi direttori. Maurizio veniva da una famiglia importante nella musica, il nonno compositore, la mamma violinista, il papà critico. Erano amici di Respighi. Ma nel privato non era guascone. Era dolce e depresso».

[…] Temeva la vecchiaia?
«Diceva di aver stentato a entrarvi perché si era tenuta a lungo sulla mezza età; e di non riuscire a immaginare il mondo senza di lei. Era una battuta. Ma era ingorda di vita, fino all’ultimo momento. A 96 anni per portare fuori il cane cadde e si ruppe otto costole. Non ha più camminato. Stava sulla sedia a rotelle. Ci vedeva pochissimo. Chiamai Einaudi, mandarono una ragazza a cui Franca dettò i suoi due ultimi libri. Dall’ultima tournée tornò distrutta. Il teatro era la sua vita. Le consigliai di smettere e non mi parlò per quattro giorni. Poi disse: hai ragione, sto scrivendo una commedia dove sto sempre seduta».

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