Capo paga 54mila euro a un dipendente per un commento su Facebook: la beffa. Un tappezziere di auto di lusso è stato condannato a pagare 90.000 dollari australiani (54mila euro) più le spese dopo essersi astenuto dalla difesa contro l’accusa di aver diffamato un ex membro dello staff diventato concorrente.
Come riporta l’edizione australiana del Daily Mail, il tribunale di contea ha assegnato il risarcimento a Michael Iskander, che citato in giudizio il proprietario dell’azienda di tappezzeria automobilistica BNB Products con sede a Melbourne, David Barcos, per un post diffamatorio su Facebook. Barcos ha utilizzato la pagina Facebook della sua azienda con 20.000 follower per pubblicare un post intitolato “Questo è un avviso ufficiale di truffa da parte di BNB Products PTY LTD”.
La sentenza
Il giudice Julie Clayton si è pronunciata a favore delle prove di Iskander dopo che Barcos non si è presentato in tribunale né ha presentato una difesa. Il post, visualizzato da almeno qualche centinaio di persone con 93 reazioni, 53 commenti e 64 condivisioni nei giorni successivi al caricamento, ha danneggiato la reputazione personale e commerciale di Iskander. Quest’ultimo ha sottolineato che uno screenshot di un bonifico bancario allegato come “prova” era fraudolento, con il nome “M Isklander” anziché “M Iskander”.
La Clayton ha considerato le prove fraudolente per stabilire un risarcimento di 90.000 dollari, aggiungendo 30.000 dollari in spese legali. Iskander, tramite un post su Facebook, ha comunicato di aver vinto la causa per diffamazione, ringraziando coloro che lo hanno sostenuto e ribadendo il suo intento di esporre i fatti per riabilitare il suo nome.
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