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Gerry Scotti: “Io Canto Generation? È finita l’epoca del buonismo per forza. Al Bano ha fatto venire i carabinieri alla mia festa di compleanno”

Gerry Scotti: “Io Canto Generation? È finita l’epoca del buonismo per forza. Al Bano ha fatto venire i carabinieri alla mia festa di compleanno”. Gerry Scotti su Io Canto Generation e non solo, il conduttore presenta il talent che andrà in onda giovedì 16 in prima serata su Canale 5, in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Il talent vede 24 ragazzi (dai 10 ai 15 anni) suddivisi in sei squadre (capitanate da sei protagonisti della musica italiana come Iva Zanicchi e Fausto Leali) che si affrontano in una gara a eliminazione. Il via giovedì 16 in prima serata su Canale 5.
«È una vera gara, ogni settimana c’è una squadra che perde e due ragazzi vengono eliminati. È finita l’epoca del buonismo per forza: si prendono i brutti voti a scuola, si perde nella vita, nell’amore (una volta lasci, un’altra vieni lasciato) e nello sport. Noi puoi iscrivere 24 ragazzini ai 100 metri e sperare che arrivino tutti insieme al traguardo, è sbagliato. Penso sia un buon insegnamento per chi vuole entrare nel mondo della musica».

Visto che è finita l’epoca del buonismo, mi dica una cattiveria sui quattro giudici.
«Michelle Hunziker? Ma come faccio? È come mia sorella, diciamo che è troppo svizzera ma lo sa» […] Orietta Berti? È come se fosse mia mamma o mia zia» […] Al Bano? Una volta mi ha fatto la festa di compleanno a Cellino San Marco, ha sparato fuochi d’artificio fino a mezzanotte e mezza. Sono venuti i carabinieri a controllare, mancava poco che finivamo in galera. […] Claudio Amendola? Per gli attori è la rappresentazione romana di quello che io sono per i presentatori. È una persona sempre sensata».

Gerry Scotti: “Io Canto Generation? È finita l’epoca del buonismo per forza”

«Amici», «X Factor», «The Voice Kids»… Non ci sono troppi programmi che puntano sulla musica?
«No, non penso che sia un settore saturo o inflazionato; i rischi sono stati accuratamente valutati dai nostri dirigenti. È un titolo che ho fatto per un po’ di anni e non mi chieda perché poi è stato trascurato. La nostra vuole essere una festa per chi ama la musica, un programma che spazia tra tutti i generi, da Tenco a Lazza».

Teo Mammucari se ne è andato da Mediaset dicendo che non propone novità. Anche questo progetto può sembrare un’operazione nostalgia…
«Teo avrà avuto le sue ragioni e non mi permetto di dare giudizi. Dico solo che così come mi stupivo che Io Canto fosse stato trascurato per 10 anni, non mi sono stupito quando me l’hanno riproposto. La mia prima reazione? Era ora».

1983-2003: 40 anni di carriera. Cosa si aspetta?
«All’azienda ho detto: potete scegliere tra un bell’orologio d’oro — sapendo che avrebbero rifiutato (aggiunge ridendo) — o La ruota della fortuna. Per me sarà l’occasione di una bellissima celebrazione in onda durante le feste di Natale».

Il suo quiz, «Caduta libera», soffre, anche per le troppe repliche che lo hanno inflazionato.
«È stato un programma abusato, troppe volte sono state prese e riprese le puntate più belle. È una formula che ho accettato e sposato durante le difficoltà del Covid. Ma so che per il mio investitore anche 2,5 milioni di spettatori sono numeri molto interessanti».

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