Corpo di una donna liquefatto, la terribile scoperta all’obitorio: lasciato lì per oltre due mesi. Il corpo di una donna si è liquefatto dopo essere stato lasciato a decomporsi nel frigorifero dell’obitorio per più di due mesi. La vittima è una 69enne messa nel frigo dell’obitorio dopo il decesso in attesa dei familiari. Ma nessuno si è presentato al Port Pirie Hospital, nel sud dell’Australia, per reclamare i resti per almeno 71 giorni. È successo all’inizio dello scorso anno.
A riportare la notizia è The Advertiser, secondo cui il personale ha detto che il corpo emanava un “cattivo odore” nell’ospedale dopo essersi liquefatto. I lavoratori avevano bisogno di due sacchi per cadaveri quando alla fine rimuovevano i resti umani. I documenti trapelati mostravano che l’ospedale non aveva un piano su come conservare i corpi a lungo termine e non aveva una politica per gestire i corpi “non reclamati”.
Le cause
Il ministro della sanità del South Australia, Chis Picton, ha ora ordinato una revisione dei protocolli dell’ospedale. Il corpo della donna è arrivato nella struttura sanitaria alla fine di novembre 2021, dopo la sua morte in un villaggio per anziani nella penisola di Yorke. Il cadavere è stato lasciato in un frigorifero con una temperatura minima di 4°C, che rientra nelle linee guida nazionali per la conservazione a breve termine di un corpo, che di solito non dura più di qualche giorno.
Due mesi dopo, all’inizio di febbraio, un addetto alle pulizie ha segnalato un odore terribile, spingendo l’alta dirigenza a pianificare la rimozione del corpo. “Consentire a una persona deceduta di deteriorarsi al punto da richiedere un doppio sacco per cadaveri non significa che ci sia alcuna considerazione delle cure. Certamente non è dignitoso. Non è professionale. Le persone dovrebbero essere ritenute responsabili”, ha detto un membro dello staff.
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