Scoperto il meccanismo di formazione delle metastasi del melanoma: lo studio italiano. Il melanoma rappresenta una forma di cancro cutaneo estremamente pericolosa a causa della sua notevole variabilità e della rapida possibilità di sviluppare metastasi. Tuttavia, c’è speranza per una cura grazie a una scoperta scientifica. Un team di ricerca presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, guidato dal professor Luigi Leanza e sostenuto dalla Fondazione AIRC, ha identificato il meccanismo coinvolto nella formazione delle metastasi.
Conforme a quanto riportato nello studio, pubblicato nella rivista internazionale ‘Cell Death and Disease’, le cellule del melanoma possono esistere in due stati: uno differenziato, in grado di proliferare ma con una minore propensione alle metastasi, e uno indifferenziato, caratterizzato da una maggiore invasività. Il fattore chiave che determina la transizione delle cellule da uno stato all’altro è l’espressione del MITF, noto per il suo ruolo nella microftalmia. Un ruolo cruciale nella regolazione della melanogenesi, influenzando l’espressione e l’attività del MITF, è svolto dalla proteina Transglutaminasi di tipo 2 (TG2), precedentemente associata alla celiachia.
Il ruolo di TG2
“Abbiamo provato che l’espressione di TG2 è associata a una minore capacità delle cellule di formare metastasi in esperimenti di laboratorio in cui abbiamo potuto riprodurre almeno in parte il melanoma. In particolare abbiamo osservato che TG2 è in grado di interagire con MITF, sostenendo così la capacità di quest’ultima di attivare geni coinvolti sia nel differenziamento, sia nella pigmentazione tramite la produzione della melanina. La conseguenza è una minore capacità di formare metastasi. In assenza di TG2, MITF non è infatti in grado di funzionare e ciò causa una riduzione sia della pigmentazione, sia del differenziamento, e un aumento di dimensione delle metastasi”, le parole di Luigi Leanza riportate da Ansa.
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