Muore per 20 minuti, poi ritorna in vita e rivela ciò che ha visto: “Dio era accanto a me, mi ha detto che non era il mio momento”. Un uomo muore per 20 minuti sul lettino di una sala operatoria poi ritorna in vita e racconta la sua straordinaria esperienza. Scott Drummond, questo il nome del protagonista della vicenda, sulla sessantina, aveva solo 28 anni quando si è lussato il pollice in un incidente sugli sci e ha dovuto sottoporsi a un’operazione di routine per riparare l’infortunio.
Ma una delle infermiere nella sala operatoria ha rovinato il laccio emostatico chirurgico e da quel momento è iniziato il viaggio extra corpo. Il suo primo ricordo è dell’infermiera che urlava “L’ho ucciso!” mentre correva fuori dalla stanza. Parlando con Prioritize Your Life, l’uomo ha detto che la cosa successiva che ricordava era una sensazione nel suo braccio, e all’improvviso stava fluttuando sopra il suo corpo guardando il tavolo operatorio.
“Ho osservato ogni punto che mi è stato messo nel pollice”, ha esordito. Drummond ha anche ricordato di aver sentito una presenza accanto a lui. Ripensandoci, è convinto che la persona lì con lui fosse Dio, che lo avrebbe accompagnato quindi in un campo pieno di magnifici fiori. “E ricordo così vividamente che non avrei mai potuto guardare indietro, o mi è stato detto di non farlo mai più. La cosa successiva che ho capito, ed è stato come un batter d’occhio, mi trovavo in un campo dove la persona che era con me era proprio accanto a me, ma non potevo vederla”.
Il racconto dei 30 minuti tra la vita e la morte
E ancora: “Ho guardato a sinistra e c’erano alcuni grandi alberi alti. Ricordo che erano alberi dall’aspetto più insolito, avevano un lungo tronco con foglie in cima, ed erano moltissimi. Poi a destra di quello, che sarebbe ancora alla mia sinistra, c’erano fiori di campo, bellissimi fiori di campo, e mi arrivavano fino alla vita. Ricordo che ammiravo quei fiori così belli, perché qualcosa che mi piace davvero è il lavoro in giardino e il giardinaggio e mi sono ricordato che i colori vividi erano magnifici. Un attimo dopo ho capito che la persona che mi aveva accompagnato lì non c’era più ed ero da solo, ma molto tranquillo”.
Drummond racconta che una volta raggiunto la nuvola, un braccio l’ha attraversata e gli ha detto: “Non è ancora il tuo momento. Hai ancora altre cose da fare”. Mentre il braccio si ritirava nella nuvola, Drummond veniva riportato nel suo corpo, disteso su un tavolo operatorio. Da quel momento in poi, è rimasto consapevole “che avrebbe dovuto fare meglio con la sua vita”.
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