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Spettacolo

Angelina Mango: “Napoli specchio del mio entusiasmo. Milano preoccupa. Io figlia d’arte, non sopporto un aspetto”

Angelina Mango: “Napoli specchio del mio entusiasmo. Milano preoccupa. Io figlia d’arte, non sopporto un aspetto”. Angelina Mango su Napoli, Milano e non solo, la cantautrice lucana, 22 anni, si racconta parlando dei genitori famosi (Mango e Laura Valente), in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Un brano con Napoli sullo sfondo. Città che torna nei suoi concerti con «Tammurriata nera» e Liberato, ma lei è nata in Basilicata…
«In questo momento mi sento di assomigliare a Napoli: è lo specchio del mio entusiasmo. Non considero il cantare in napoletano appropriazione culturale: la musica non fa mai razzie, al limite prende in prestito e regala».

A lei cosa sta regalando?
«Il pubblico mi sta accogliendo. Una gavetta priva di soddisfazioni è servita».

Quando ha cominciato?
«La prima serata a 12 anni con la mia band. Per un paio di serate ci siamo chiamati Black lake (viene da Lagonegro ndr), poi sono diventata Angelina Mango».

Non ha pensato di usare lo scudo di un nome d’arte?
«Il mio primo ep “Monolocale” era pieno di canzoni personali: mi è sembrato coerente usare nome e cognome. E se anche mi fossi chiamata Papaya, tutti avrebbero capito subito chi ero».

Doppiamente figlia d’arte: i contro?
«Da piccola le dicerie di chi parla senza conoscerti in profondità. Prendi un dieci a scuola e qualcuno dice che non lo meriti. Atteggiamento che ritrovo su Instagram».

Teme il confronto con mamma e papà?
«Non ho il senso della competizione: la musica è passione e non una sfida. Traggo ispirazione da quello che mi piace, ma non tanto in famiglia. O forse, semplicemente, sono cose che ho già dentro».

Angelina Mango: “Napoli specchio del mio entusiasmo”

Il primo tour: sensazioni?
«L’80% di ciò che canto viene dal mio diario: realizzarlo mi ha dato i brividi. Per il libretto di “Voglia di vivere” ho mandato mamma a recuperare i diari, ne ho 300 circa, per scegliere dei disegni… Risultato? Non ho più segreti…».

La prima canzone?
«A 5 anni, “Mi sono innamorata di me”. Avevo una teoria: una donna non deve sposarsi per realizzarsi».

[…] come era da bambina?
«Ho vissuto a Lagonegro, 5 mila abitanti, fino ai 15 anni. Da piccola avevo tanti stimoli in casa, ma uscivo spesso la sera: il paese te lo permette».

Adesso che vive a Milano e ha fatto questo post: «Volevo mettere i leggings, ma ho messo un tutone largo. È possibile che debba avere così paura?».
«Se sono in giro da sola la sera mi preoccupo del mio outfit. Questo sintetizza la situazione in cui siamo. La sola preoccupazione è il problema, non dovrebbe esserci».

Nel 2022 solo 9 donne nella top 100 degli album…
«L’obiettivo sarebbe quello di arrivare a non contarci».

Che ne pensa del machismo di molti trapper?
«Quando c’è quell’atteggiamento, lo considero tossico».

Nel 2020 il primo ep con una multinazionale non ha smosso nulla. Ha avuto paura di dover mollare?
«Facevo cento e ricevevo zero… Ci sono stati un paio di momenti in cui ho detto “forse non è cosa”. Stavo per partire sei mesi negli Usa quando è arrivato “Amici”».

Quando ha capito che qualcosa era cambiato?
«Nel tragitto in auto da Roma a Milano il giorno dopo la finale. Nella tasca del giubbotto ho trovato una lettera in cui una ragazza mi confessava quanto le mie canzoni la aiutassero a stare meglio. È stato uno scossone che mi ha connesso alla realtà».

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