Cancro alla prostata, nuovo farmaco riduce il tumore e allunga la vita: la scoperta “emozionante”. Da uno studio dell’Institute of Cancer Research di Londra e del Royal Marsden NHS Foundation Trust, sul cancro alla prostata, un nuovo farmaco dona speranza a migliaia di uomini in tutto il mondo. Questo tipo di tumore aggressivo attualmente raggiunge un punto in cui i farmaci standard non funzionano più. Ora gli scienziati hanno trovato un trattamento che può ridurre i tumori di oltre il 30%.
Molti uomini affetti da cancro alla prostata assumono pillole come l’enzalutamide, che impediscono al testosterone nel loro corpo di aiutare la crescita dei tumori. Ma il cancro alla prostata aggressivo trova un “piano B” e sostituisce il testosterone con un altro tipo di carburante, quindi i farmaci smettono di funzionare. Gli scienziati ora credono che questo carburante del piano B siano i globuli bianchi, che vengono dirottati dai tumori per aiutarli a crescere.
Un farmaco sperimentale nello studio, in fase iniziale, è stato utilizzato per fermare i tumori che dirottano i globuli bianchi. Il farmaco è stato somministrato a 21 uomini con cancro alla prostata aggressivo e avanzato. Tra i volontari, un uomo ha visto i tumori alla prostata ridursi di oltre il 30%. Il trattamento ha mostrato segni di efficacia in cinque degli uomini che avevano tutti un cancro alla prostata incurabile, ma sono sopravvissuti per più di sei mesi senza che il cancro progredisse dopo aver ricevuto il trattamento.
L’obiettivo dei ricercatori
I ricercatori intendono reclutare più uomini per scoprire esattamente quanto tempo extra con le loro famiglie il trattamento potrebbe dare ai pazienti con cancro alla prostata aggressivo. Questo perché hanno scoperto che il farmaco sperimentale ha aiutato solo un quarto degli uomini, forse perché i globuli bianchi di alcune persone sono geneticamente diversi e più difficili da colpire, e ora stanno lavorando su una versione migliore del farmaco.
Come riporta il Daily Mail, l’obiettivo dei ricercatori è quello di aiutare le persone con altri tipi di tumori, come il cancro al seno, che potrebbe anche utilizzare i globuli bianchi come combustibile di riserva invece degli estrogeni, causando l’interruzione dell’azione dei farmaci standard. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature.
La scoperta arriva più di un decennio dopo che gli scienziati hanno scoperto che gli uomini con cancro alla prostata aggressivo avevano un livello più elevato di alcune cellule immunitarie nel sangue. Queste cellule, chiamate globuli bianchi mieloidi e prodotte nel midollo osseo, vengono normalmente utilizzate per combattere le infezioni o guarire le ferite.
Ma il cancro alla prostata può apparentemente indurli a cambiare completamente il loro comportamento, in modo che entrino invece nei tumori per aiutarli a crescere e diffondersi. Dopo aver scoperto questo combustibile alternativo per il cancro alla prostata e aver scoperto che potevano bloccarlo nei topi, gli scienziati hanno testato il loro farmaco sperimentale, chiamato AZD5069, sugli esseri umani.
Impedisce che i globuli bianchi vengano trascinati nei tumori
Il farmaco impedisce che i globuli bianchi vengano trascinati nei tumori della prostata, bloccando la “porta” sulla loro superficie che viene presa di mira dai segnali chimici provenienti dai tumori. Dei cinque uomini che hanno risposto al trattamento, uno ha visto il tumore ridursi, mentre gli altri sembravano aver fermato il cancro sul suo cammino, dopo aver ricevuto AZD5069 in combinazione con enzalutamide.
Il mix dei due farmaci è stato utilizzato per prevenire il testosterone che alimenta il cancro. Ebbene fli uomini avevano un livello più basso di cellule tumorali nel sangue e un livello più basso di una proteina chiamata PSA che è elevata negli uomini con cancro alla prostata. Ne ha parlato il dottor Matthew Hobbs, direttore della ricerca presso Prostate Cancer UK, che ha cofinanziato lo studio insieme a Cancer Research UK.
“Sono estremamente entusiasta di questi risultati e orgoglioso di finanziare una ricerca così rivoluzionaria. Ora vogliamo vedere le aziende farmaceutiche collaborare con i ricercatori per sviluppare nuovi farmaci basati su ciò che abbiamo imparato e testarli in studi più ampi, trasformando la ricerca in realtà per gli uomini”.
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