Chiara Dello Iacovo: “Raffaella Carrà? Non volevo farla per un motivo. Mia madre astrologa per passione, ha iniziato a causa mia”. Chiara Dello Iacovo su Raffaella Carrà, la cantante e attrice sarà la protagonista di Raffa in the Sky, l’opera commissionata dalla Fondazione Teatro Donizetti che il 29 settembre debutterà a Bergamo. Ne parla in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
«Quando mi hanno chiamato per il provino, ho risposto… no. Ero uscita da poco dalla Scuola del Teatro Stabile di Torino, progettavo di andare in Belgio per un corso. E, soprattutto, mi ero detta: “Sono la persona sbagliata, non c’entro niente con Raffaella Carrà”. Il fatto che mia nonna avesse portato per anni un caschetto biondo identico al suo non mi pareva ragione sufficiente».
Chiara Dello Iacovo: “Raffaella Carrà? Non volevo farla, poi…”
[…] Perché ha cambiato idea?
«Mi hanno ricontattato mentre ero immersa nelle prove di Antigone con Gabriele Vacis: sono una che affronta tutto con intensità (mamma mia, poveretto chi mi sta vicino!) ed ero stremata dal testo, richiede moltissima verità. Ho intuito che solo la Carrà poteva compensare quel “peso”. Restituire la sua leggerezza era una sfida ma, inaspettatamente, una volta sul palco mi sono sentita credibile. E questo ruolo sta addirittura portando una grande gioia nella mia vita, alza il tono dell’umore».
Cosa sapeva – e cosa l’ha stupita – di lei?
«Avevo in mente qualche spezzone visto a Techetechetè (programma di videoframmenti dall’archivio Rai, ndr) e la sua presenza come giudice a The Voice. Fine. Studiarla è stato sorprendente: condizionata dal modello televisivo che ho avuto – sono nata nel ’95, mi sono beccata in pieno l’epoca delle veline – l’ho trovata a-sessualizzata nel suo essere libera, nell’usare il corpo, nel mostrare l’ombelico. Non c’era quell’oggettificazione che si è vista negli ultimi 25 anni, non c’erano ammiccamenti. Probabilmente aveva un equilibrio innato, un’energia “marziale”».
Eppure fu uno shock per il pubblico.
«La vera rivoluzione fu presentare un tipo di donna e un tipo di femminilità che prima non era stata “inventata”: ha dato la possibilità a tante di pensarsi in quel modo lì. Ora che la conosco ho capito che mia zia, alle feste, balla come lei: certi movimenti le sono passati per osmosi (ride)».
Chiara Dello Iacovo: “Mia madre astrologa per passione, ha iniziato a causa mia”
[…] Sua madre è astrologa?
«No (ride), lavora in azienda (mio padre è dentista): è una passione. Mi ha svelato da poco che aveva cominciato a causa mia: non riusciva a capire da dove fossi saltata fuori e cercava un modo per decifrarmi (ride ancora)».
Che figlia era?
«Una bambina con emozioni forti, reazioni esplosive, bisogno di spazio. Venivo sgridata parecchio. Ricorderò per sempre il commento del professore di filosofia al liceo, dopo che gli avevo sottoposto una questione: “Dello Iacovo, tu avrai una vita parecchio complessa”. L’astrologia conferma: ci sono dinamiche intricate fra i miei vari pianeti, come una tavolata di persone diverse – ognuna con le proprie esigenze – e bisogna stare attenti a nutrirle senza dimenticarne nessuna… Un libro di svolta per me è stato Le dee dentro la donna di Jean Shinoda Bolen, una psicoanalista che ha associato gli archetipi junghiani alle dee dell’Olimpo. Potenzialmente le conteniamo tutte, ma qualcuna predomina e, con il tempo, occorre maturare la capacità di fare da moderatore in questa assemblea».
[…] E la sua relazione con Afrodite, la creatività?
«Ho trascorso i pomeriggi delle elementari, prima dei compiti, a inventare coreografie dal nulla: eravamo un gruppo, ci chiamavamo i Five Schif (ride). Quattro bimbi che saltavano dappertutto e io che cercavo di tenere le fila e dare un senso. D’estate andavamo in vacanza nei villaggi turistici e passavo giorno e sera con gli animatori, guardavo le prove, non mi scollavo mai. Segni premonitori, forse. A otto anni ho intrapreso lo studio del pianoforte, su input di mio padre».
[…] Attrice, cantante, danzatrice: il futuro?
«Sappiamo così poco di noi stessi e del disegno più grande: con che presunzione potrei decidere? “Abbi fede, abbi pazienza” è il mantra che mi sto ripetendo. Piano piano i dubbi si scioglieranno. Devi confidare nel fatto che, se metti bene il piede, ti appare il gradino sotto. Eppure, un lavoro come questo è stato il sogno della me adolescente. E lo è stato per anni».
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