Tumore della tiroide, scoperta nel sangue la chiave per diagnosi più veloce: lo studio. Un’arma in più nella lotta al tumore della tiroide, scoperta nel sangue la chiave per diagnosi più veloce grazie alle molecole (biomarcatori) che aiutano la diagnosi del carcinoma midollare della tiroide, un tumore ad oggi ancora difficile da diagnosticare.
È quanto emerge da uno studio coordinato dall’Università la Sapienza di Roma grazie a una tecnologia innovativa, non invasiva e low cost. I risultati, pubblicati sulla rivista Biomarker Research, possono migliorare la diagnosi e la prognosi dei pazienti.
La diagnosi del carcinoma midollare della tiroide si basa attualmente sull’individuazione di elevati livelli dell’ormone tiroideo calcitonina nei pazienti con noduli tiroidei rilevati tramite ecografia. Tuttavia, spesso questi livelli di ormone non forniscono una diagnosi accurata della presenza del tumore e non sempre indicano quanto sia esteso.
Un team di ricerca guidato da Elisabetta Ferretti e Agnese Po dell’Università La Sapienza ha scoperto nuove caratteristiche molecolari nel Dna circolante presente nel sangue dei pazienti.
Gettate basi per l’aggiunta di nuovi biomarcatori
Questo studio, condotto in collaborazione con l’Università di Siena, l’Università di Pisa, l’Università di Cagliari e l’Istituto Pascale di Napoli, dimostra che il Dna circolante (o cell-free Dna) può essere utilizzato in aggiunta agli esami attualmente eseguiti per migliorare la diagnosi dei pazienti. Gli esperti hanno esaminato alcune caratteristiche del Dna circolante che possono essere utilizzate per identificare la presenza della patologia, tra cui il livello di metilazione (una modifica chimica del Dna che svolge un ruolo importante nella regolazione dell’attività dei geni) e la frammentazione.
Inoltre, questi risultati rappresentano un passo avanti nella ricerca di nuovi biomarcatori circolanti anche per altri tipi di tumori. La scoperta di biomarcatori diagnostici e prognostici specifici e sensibili è di grande importanza nell’ambito medico.
“Per queste analisi abbiamo utilizzato una tecnologia altamente specifica come la Pcr digitale o droplet digital Pcr – afferma Ferretti – che permette una risoluzione fino alla singola molecola di Dna”. “Questi risultati – concludono Anna Citarella e Zein Mersini Besharat, prime autrici dello studio – gettano le basi per l’aggiunta di nuovi biomarcatori non invasivi, utili per la diagnosi e gestione del paziente affetto da carcinoma midollare della tiroide nell’ambito della medicina di precisione”.
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