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Andy Luotto: “Io chef ho sempre amato i fornelli più delle scene. Attore per caso, decisiva una telefonata”

Andy Luotto: “Io chef ho sempre amato i fornelli più delle scene. Attore per caso, decisiva una telefonata”. Andy Luotto chef più che attore, l’italoamericano (67 anni) interprete di numerose pellicole dice addio alle scene per dedicarsi alla sua grande passione: i fornelli. Ne parla in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

La passione scoccata in cucina con la governante.
«Sono cresciuto in America con mia madre, che a 15 anni mi mise di fronte a una scelta: o vai in riformatorio o raggiungi tuo padre in Italia. Così nel 1965 atterrai a Roma. Papà lavorava nel cinema, la nostra casa era frequentata da personaggi come Fellini, Visconti, Zeffirelli, la Loren. Io non ero mai stato al cinema, figuriamoci se sapevo stare seduto a una tavola patrizia. Lui capì il mio disagio e mi mise al seguito della governante Maria Illuminati: cuoca straordinaria e donna indimenticabile. Io non parlavo italiano, lei non una parola di inglese. Comunicavamo a gesti».

«Faccio il cuoco per colpa del sugo caramellato». È legata a lei, la governante Maria, la passione smisurata che ha per la cucina.
«Ricordo perfettamente il momento in cui mi suggerì di intingere il pane nella pentola del sugo che ribolliva. Sui bordi, mi indicò, proprio dove si era caramellato. Fu la cosa più buona mai assaggiata in vita mia. Una folgorazione! Quel giorno decisi che avrei cucinato per sempre, che avrei restituito quella gioia agli altri. Fare il cuoco è il mestiere più bello del mondo, perché regala felicità. E vedere alla mia tavola un ospite felice vale più di mille applausi a scena aperta».

Andy Luotto: “Io chef ho sempre amato i fornelli più delle scene”

«Arbore mi chiese se ero un comico. Risposi: “Come si permette?”». Lui di applausi ne ha ricevuti parecchi.
«È vero, una bella soddisfazione, ma il palcoscenico non è mai stato nei miei piani. Il mondo dello spettacolo mi ha risucchiato per caso, colpa di Renzo Arbore! Mi vide in un video girato da una tv locale in un mercatino rionale dove vendevo buste di plastica e facevo lo scemo per attirare i clienti. Mi chiamò e disse: “Salve Luotto, lei fa il comico?”. Risposi scocciato: “Ma come si permette?”. E lui: “Vuole fare un programma tv?”».

Successo immediato, Arbore non sbagliava, il talento e la forza comunicativa di Luotto ne fecero da subito un personaggio amatissimo dello schermo.
«Forse anche troppo, a volte sono stato a disagio ad accettare cachet importanti per una mia semplice presenza a una serata».

La cucina invece non lo ha mai messo in difficoltà.
«Qualcuno ci ha provato, chef importanti con pregiudizi nei miei confronti. Ma non ho mai pensato di fare a meno dei fornelli, e anzi ho continuato a portarli con me su ogni set in cui ho lavorato. Feci allestire una cucina perfino a Praga, mentre giravo “Canone inverso” di Tognazzi».

[…] ha cucinato per famiglie reali, alberghi di lusso, insieme ai colleghi stellati. […] infine Riva Portese, dove qualche giorno fa ha festeggiato con una cena tra amici.
«Sono arrivato qui per un gioco del destino. Un giorno si presenta un ragazzo: “Mi chiamo Sandro Illuminati, sono il nipote di Maria”. La mia Maria. Un colpo al cuore! Chiacchierando venne fuori che gestiva il ristorante Riva Portese. Ed eccomi a cucinare in un locale straordinario sul Tevere […]».

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