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Luxuria: “Mio padre di destra non mi accettava, poi mi ha fatto un regalo. Meloni? Una scena mi ha gelato il sangue”

Luxuria: “Mio padre di destra non mi accettava, poi mi ha fatto un regalo. Meloni? Una scena mi ha gelato il sangue”. Vladimir Luxuria sul padre, Giorgia Meloni, la politica e non solo, l’attivista e scrittrice foggiana, 58 anni, ripercorre le tappe più significative della sua vita in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Con suo padre è stato così semplice?
«No, non è stato facile. Si chiama Antonio, faceva l’autotrasporatore, a Foggia. Mi vide per la prima volta con addosso gli orecchini e un po’ di trucco mentre ero seduta su una panchina della piazza. L’amico con cui stava passeggiando gli aveva fatto cenno, dicendogli: “Guarda quel ricchione”. Il suo sguardo mi trafisse l’anima, sarei voluta sprofondare in una botola».

Una volta tornato a casa?
«Fu molto complicato. Sentivo già dal pianerottolo che rimproverava mia mamma per l’educazione sbagliata che mi avrebbe dato. Avevo 15 anni e mi dispiaceva molto dargli questo dispiacere».

È dura sentirsi in colpa per essere sé stessi.
«Eppure per un certo periodo ho provato a soffocarmi. Vedevo Renato Zero in tv con la tutina di pelle che cantava Mi vendo e volevo urlare “che figoooo” mentre eravamo a tavola, invece stavo zitta e sentivo papà dire: “Dovrebbero mandarli al confino”».

Le sue sorelle la supportavano?
«Certo, mi prestavano i vestiti e mi davano il via libera per attraversare il corridoio di casa senza farmi vedere: una volta fuori mi sentivo Naomi Campbell a una sfilata d’alta moda a Milano. Mi guardavano con disprezzo ma per me erano tutti applausi».

Luxuria: “Mio padre di destra non mi accettava, poi mi ha fatto un regalo”

Suo papà, poi, l’ha capita?
«Ci sono stati molti processi di avvicinamento ma al primo pride organizzato a Foggia, lui ha messo a disposizione il suo camion per trasportare drag queen che ballavano sulla musica di Gloria Gaynor. Ho visto in lui il cambiamento, anche se per qualcuno non mi ci sarei mai dovuta confrontare».

Resta un uomo di destra?
«Certo, tifa per Meloni. Però mi ha detto che se mi fossi candidata a Foggia con Rifondazione, sarebbe stata l’unica volta in cui avrebbe votato i comunisti in vita sua».

Cosa la lega alla politica?
«Posso dire la verità? A me la politica non è mai piaciuta. Trovavo i dibattiti politici noiosi tanto quanto le partite di calcio. Amavo gli spettacoli di Paolo Poli, di Raffaella Carrà… ma poi ho iniziato a fare degli atti politici, tipo quando, ragazzino, reagii a un attacco di omofobi prendendo delle botte: quei lividi erano medaglie per me. Era il mio primo gesto politico: reagire».

È stata la prima parlamentare transgender in Europa.
«Ma la mia prima elezione non è stata quella a Montecitorio, 2006, bensì quando andavo a Ragioneria e il preside, di destra, mi intimava di smetterla di sculettare per i corridoi. Non obbedii e mi sospese. Ma gli altri alunni fecero uno sciopero per me e poi mi elessero rappresentante d’isituto, così il preside non solo doveva vedermi sculettare nei corridoi ma pure parlare con me alle riunioni».

Popolare prima di essere famosa.
«Ma io a Foggia ero famosa: ero il ricchione. Quando confessai al mio prete, don Antonio, che sentivo di avere un’identità di genere diversa, mi rispose che se volevo continuare a frequentare la chiesa dovevo deglutire questa roba, reprimerla. Per me quindi sentir dire dal Papa che anche le trans sono figlie di Dio, attenzione, declinandoci al femminile, è stata una rivoluzione».

Luxuria: “Meloni? Una scena mi ha gelato il sangue”

[…] Cosa pensa di Meloni?
«La novità storica che rappresenta va riconosciuta, tanto che a sinistra ha dovuto dare questa affannosa risposta con Schlein, che io ho votato. Trovo Meloni una persona anche simpatica, ma quando l’ho vista abbracciare Orban mi si è gelato il sangue. Se aspira a una carriera più lunga dovrà smussare gli angoli».

Teme in una retromarcia in termini di diritti?
«È un eterno gioco dell’oca. Ora sento parlare di ideologia gender, come se affrontare certi temi, magari a scuola, per combattere il bullismo, equivalesse a spargere dei droplet che, inalati dall’adolescente etero, gli fanno venire voglia di ballare Lady Gaga. È un dibattito surreale».

[…] Ha mai voluto sposarsi?
«Non ho avuto molte storie lunghe e questo è il lato della mia vita in cui resto timida. Diciamo che ho lottato per il matrimonio ugualitario ma soprattutto per gli altri».

[…] Come sono oggi i rapporti con i suoi genitori?
«Della mia identità di genere non parliamo neanche più, oggi per loro sono uguale alle altre figlie».

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