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Spettacolo

Barbora Bobulova: “Famiglia tradizionale? Ormai non più unica opzione. Uomini italiani spudorati, al Nord è diverso”

Barbora Bobulova: “Famiglia tradizionale? Ormai non più unica opzione. Uomini italiani spudorati, al Nord è diverso”. Barbora Bobulova sulla famiglia tradizionale e non solo, l’attrice slovacca naturalizzata italiana, 49 anni, parla a cuore aperto in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] Conosce persone che hanno adottato?
“Ho tanti amici che hanno scelto l’adozione. È un gesto di grande generosità. Mi sono sempre domandata se sarei in grado di fare una cosa del genere. Forse no, sono onesta, non sarei capace di un gesto così grande”.

Sono famiglie “tradizionali”?
“Sono, come dice il mio personaggio nel film,”composte da una mamma e un papà”. Io sono dell’idea che battersi ostinatamente per il mantenimento di questo modello tradizionale non abbia più molto senso. Ero una fan di Michela Murgia, credo che abbia contribuito a cambiare il linguaggio su questi temi. Nessuno nega la famiglia tradizionale, ma oggi non è più l’unica opzione. Anche perché la famiglia tradizionale spesso ha creato mostri. Bisogna lavorare su concetti nuovi? Nelle scuole si dovrebbe parlare anche di questo,raccontare le storie di questi personaggi a noi contemporanei, Murgia, Trapanese, che hanno fatto battaglie di cui tenere conto, da cui non si torna indietro”.

Come vede la famiglia queer? Riservata a personalità forti, come gli artisti, o un’opzione per tutti?
“Io provengo da una famiglia tradizionale, e non è un caso che sia scappata lontanissima (dalla Slovacchia, ndr) e da casa. Qui ho creato una mia famiglia, che tradizionale non è. Vivo con le mie figlie, non mi sono mai sposata perché nel matrimonio come patto da suggellare a priori non credo, ma con il mio ex abbiamo vissuto insieme. Io però non ero felice,andare avanti “solo per i figli”come fanno in tanti mi sembrava disonesto. E proprio per i figli: si dà loro un’idea fasulla dell’unione. Quindi ci siamo separati, ma ci vediamo molto spesso, la nostra è una famiglia allargata e il mio sogno è di invecchiare allargandola ancora di più, con la fidanzata del mio ex, con il mio futuro compagno, se arriverà. Ognuno deve lavorare per creare un mondo in cui stare bene”.

Un sogno bello e anche realizzabile. Vede possibili frizioni? Non tutti siamo disposti ad accogliere tutti…
“Le difficoltà non mi spaventano, io sono battagliera, non ho paura, basta dimostrare che l’idea in cui credi funziona e altri ti seguiranno. Si deve provare a mettere le persone di fronte a quella che fino a ieri era considerata un’utopia, e che oggi è realizzata, mettere in discussione le nostre certezze, aprirci a nuove possibilità”.

[…] Non sarebbe grave, se le muse diventassero protagoniste. Il femminismo non cerca proprio questo? Uno spazio più coerente coi progressi della storia.
“Le donne erano fonte di ispirazione per i registi, ora lo sono solo per le registe: Emma Dante con Le sorelle Macaluso ha fatto un bellissimo film, Valeria Golino, Susanna Nicchiarelli raccontano storie di donne, l’opera prima di Lyda Patitucci, Come pecore in mezzo ai lupi, con Isabella Ragonese, che ho appena visto, non è niente male. Ma ho sempre l’impressione che questi film siano meno sostenuti dei film con protagonisti maschi”.

Dopo 25 anni passati qui, come ci guarda?
“Quando venni in Italia, avevo vent’anni ed ero bionda con gli occhi azzurri. Ero abituata, nel mio Paese, a passare inosservata anche se uscivo in minigonna: nessuno mi si filava. In Italia per la prima volta sentii gli sguardi maschili addosso, come se mi facessero la radiografia. Adesso a distanza di tempo ho cercato di capire, pensando anche alle mie figlie: credo che qui gli uomini si sentano in diritto di essere così spudorati, nel nord Europa sono più discreti. Da dove viene questa tracotanza? E i fischi pure?”.

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