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Branduardi: “Addio scene? Ho smesso per un motivo. Alla fiera dell’Est patrimonio popolare. Significa un pizzico di immortalità”

Branduardi: “Addio scene? Ho smesso per un motivo. Alla fiera dell’Est patrimonio popolare. Significa un pizzico di immortalità”. Angelo Branduardi sull’addio alle scene e non solo, il cantautore milanese, 73 anni, ripercorre le tappe più significative della sua vita privata e professionale in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

«Mick Jagger con il violino» la definì Boncompagni.
«Ho fatto la rockstar per 20 anni girando il mondo e ho smesso nel 1980, dopo il concerto per la Fête de l’Humanité a Parigi. C’erano 120 mila paganti, il palco lo aveva disegnato Oscar Niemeyer. Ma era diventato tutto isterico».

[…] È più andato a rivedere i luoghi della sua infanzia, descritti così bene in «Confessioni di un malandrino», l’autobiografia pubblicata per Baldini+Castoldi?
«No… L’anno scorso, quando ho suonato a Genova, ho provato a rifare la cosiddetta via decumana: via della Maddalena dove abitavo io, via del Campo di De André e via Prè, la peggiore di tutte. Ma dopo 500 metri, quando ho visto una donna con il niqab, sono tornato indietro… Le prostitute ci sono ancora, ma adesso fuori hanno la luce rossa o verde, come ad Amsterdam».

I suoi genitori sono stati felici della sua carriera?
«Mia madre i primi due anni voleva buttarmi dalla finestra: il violino all’inizio è straziante. Di mio padre ricordo la gioia sul viso, ma anche un po’ di delusione: per me sognava un futuro da solista. Era melomane verdiano: a volte si chiudeva in sala, metteva sul disco e fingeva di dirigere l’orchestra. È un ricordo tenero».

Si è mai spiegato il talento?
«Sono dotato di un talento fisico che non capisco, perché io inciampo, non so cambiare una lampadina, non so fare nulla: è strano che abbia questa coordinazione su uno strumento così complesso».

Branduardi: “Addio scene? Ho smesso per un motivo”

Con sua moglie Luisa nel 2025 farete le nozze d’oro. Che marito è stato finora?
«È difficile vivere con un artista: nei momenti no, si fatica a rapportarsi. Il talento non è gratis: gli artisti di successo sono emarginati di lusso».

Con le sue due figlie, Sarah e Maddalena, che padre è?
«Loro stravedono per me, mi amano molto: nonostante fossi spesso via, facevo tutto quello che fa una madre».

Se gli alieni le chiedessero di presentarsi con una canzone, quale sceglierebbe?
«Il cantico delle creature: penso che passerebbe un senso spirituale di pace. Ci si dimentica che San Francesco è il primo poeta della letteratura italiana e il Cantico di Frate Sole è la prima poesia. Dante viene 100 anni dopo».

E «Alla fiera dell’Est»?
«Non è più mia, è patrimonio popolare. Significa un pizzico di immortalità».

[…] Ha suonato in tantissimi posti. Il più speciale?
«Uno dei punti più alti della mia carriera l’ho toccato alla National Gallery di Londra lo scorso giugno, davanti a 600 persone: dietro di me avevo un Guido Reni di 4 metri e dall’altra parte 2 Caravaggio».

È credente?
«Sì, ma non ho una fede a prova di bomba. D’altronde, chi non ha mai un dubbio non vale poi molto».

Contento quando finalmente a un concerto le hanno lanciato un reggiseno?
«Anche un paio di slip, ma avevano il cartellino attaccato: io li volevo usati! È successo a Liegi, dopo che mi ero lamentato a Bruxelles».

[…] Quale «collega» l’ha emozionata di più?
«Ennio Morricone. La prima volta che ho suonato con lui è stato per i suoi 70 anni: avevo il terrore».

[…] Se la invitassero a Sanremo da super ospite ci andrebbe?
«Non succederà mai: causerei il suicidio del pubblico».

Ma è matto? Immagino già un medley dei suoi successi: standing ovation assicurata.
«Va bene, allora ci andrei».

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