Segue il navigatore e precipita da un ponte crollato: 47enne muore annegato, Google Maps nei guai. Google Maps è coinvolto in un controverso caso legale nello Stato americano della Carolina del Nord. Qui una famiglia ha intentato una causa per negligenza contro l’azienda di Cupertino. Questa azione legale è scaturita dalla tragica morte di Philip Paxson, un uomo di 47 anni, avvenuta nel 2022.
Paxson è morto annegato a causa di indicazioni errate fornite dalle mappe di Google, che lo hanno portato a finire con il suo furgone in un fiume dopo essere precipitato da un ponte crollato nel 2013. Questo incidente ha devastato la vita di Paxson, così come quella della sua moglie e dei loro tre figli.
L’accusa principale contro Google è che l’azienda non avrebbe mai aggiornato le sue mappe nonostante le segnalazioni e i problemi noti. Inoltre, sulla strada in questione non c’erano segnalazioni di pericolo, in parte a causa di atti vandalici continui, ma si ritiene che sia stato anche dovere delle aziende responsabili della manutenzione garantire la sicurezza della strada.
Philip Paxson, originario di Hickory, Carolina del Nord, è stato trovato annegato nel suo camioncino il 30 settembre 2022, mentre stava tornando dalla festa di compleanno di sua figlia di nove anni. Secondo quanto dichiarato dalla suocera su Facebook, non c’erano segnali di pericolo o avvertimenti né sul ponte crollato né sulla strada che portava al fiume.
Non solo Google sotto accusa
Nel corso della causa legale, la famiglia Paxson ha menzionato non solo Google, ma anche varie società private responsabili della gestione della proprietà del terreno in cui si è verificato l’incidente e delle aree circostanti.
Un portavoce di Google ha espresso le condoglianze per la famiglia Paxson e ha dichiarato che l’azienda si impegna a fornire informazioni accurate sul percorso nelle sue mappe e sta esaminando il caso. Secondo gli avvocati della famiglia Paxson, molte persone avevano segnalato il ponte crollato a Google e un residente di Hickory aveva tentato invano di utilizzare la funzione “suggerisci una modifica” nel 2020, ma l’azienda non aveva risposto alle sue richieste.
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