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Mattoncini Lego per la carne coltivata in laboratorio: “Commestibile e vantaggiosa”

Mattoncini Lego per la carne coltivata in laboratorio: “Commestibile e vantaggiosa”. Un team di scienziati provenienti dalla Pennsylvania State University e dall’Università dell’Alabama ha condotto uno studio di rilievo sulla carne coltivata in laboratorio, facendo uso dei mattoncini Lego. L’obiettivo di questa ricerca è risolvere una delle sfide principali legate alla consistenza della carne coltivata, che spesso manca di una struttura adeguata.

Secondo quanto riportato dal mensile culinario Gambero Rosso, all’interno del corpo degli animali, le cellule muscolari, adipose e del tessuto connettivo crescono in un ambiente strutturato. Tuttavia, in laboratorio, è necessario coltivare ogni componente della carne separatamente e poi combinarli. Questo porta a una crescita delle cellule in forma amorfa, senza una spina dorsale strutturale. Ecco perché è essenziale creare un’impalcatura, una sorta di struttura di base che permetta a tutti gli elementi di crescere insieme in modo naturale, replicando il processo biologico.

Attraverso l’uso creativo di mattoncini colorati e un motore Lego Power Functions, i ricercatori hanno sviluppato un innovativo dispositivo che riveste un ruolo cruciale nel processo di trasformazione delle fibre di amido in una solida struttura, su cui può prosperare la carne coltivata in laboratorio. L’inserto sottolinea come l’amido in questo contesto abbia assunto il ruolo di una base commestibile ed economicamente vantaggiosa.

C’è un ostacolo significativo

Tuttavia, è emerso un ostacolo significativo: la necessità di ridurre le fibre di amido a dimensioni molto piccole per renderle utilizzabili nel processo. Per affrontare questa sfida, è stato impiegato un dispositivo chiamato elettrospinner, che normalmente viene utilizzato per materiali come nylon e plastica, ma mai per l’amido. Un aspetto cruciale per il successo di questo metodo è stato immergere una parte del dispositivo in una soluzione umida composta da acqua e alcool.

La complessità del problema è ulteriormente evidenziata dalla scelta dei materiali. Dal momento che gli elettrofilatori sono tradizionalmente costruiti in metallo, si è reso necessario optare per la plastica come materiale principale per l’elettrospinner. Ed è qui che entrano in gioco i mattoncini Lego e il motore del set Lego Power Functions, che hanno dimostrato la loro utilità durante la fase sperimentale. Nonostante questo successo iniziale, l’aspetto cruciale ora sarà adattare questa tecnologia all’ambito industriale.

Ciò richiederà una rielaborazione dei componenti, con l’obiettivo di sostituire i mattoncini Lego e l’elettrospinner in plastica con soluzioni più strutturate e adatte alle esigenze di produzione su larga scala. In definitiva, è grazie all’ingegnosa utilizzazione dei mattoncini Lego che è stato possibile raggiungere i promettenti risultati attualmente ottenuti, aprendo la strada a ulteriori sviluppi in questo campo.

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