Avvelenamento da acqua, scoperta la dose da non superare MAI: non bere più di un litro e mezzo in un ora. Bere due litri di acqua al giorno è fondamentale per mantenere il corpo idratato. Ma consumare rapidamente questa quantità può essere mortale, avvertono gli esperti. Gli esperti dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) consigliano di non consumare più di 1,4 litri in un’ora, circa sei tazze.
Altrimenti può innescare l’iponatriemia, un’emergenza medica che può spegnere il corpo. Il CDC avverte anche che può accadere con bevande energetiche e altri fluidi. Solo pochi giorni fa, infatti, Ashley Summers, madre di due figli dell’Indiana, è morta dopo aver bevuto due litri di acqua in soli 20 minuti. La 35enne, che si sentiva disidratata e voleva dissetarsi, è crollata e non ha più ripreso conoscenza.
L’iponatriemia è una condizione in cui i livelli di sodio nel sangue diminuiscono a livelli anormalmente bassi, con conseguenze per la regolazione dell’acqua nel corpo e la pressione sanguigna, oltre al funzionamento di nervi e muscoli. Quando l’elettrolita è squilibrato, le cellule del corpo possono gonfiarsi a causa dell’accumulo di acqua, il che può essere particolarmente pericoloso se avviene nel cervello, dove l’organo non può espandersi a causa del cranio.
I consigli degli esperti
Ciò può portare a condizioni gravi come convulsioni o coma, con conseguenze fatali. I sintomi meno gravi includono vomito, mal di testa, confusione, stanchezza, bassa pressione sanguigna, debolezza muscolare e convulsioni. Di solito, i livelli normali di sodio nel sangue si trovano tra 135 e 145 milliequivalenti per litro (mEq/L), ma l’iponatriemia si verifica quando scendono al di sotto di 135 mEq/L. Questa condizione richiede attenzione medica tempestiva per evitare gravi complicazioni.
L’iponatriemia può derivare dall’eccessiva assunzione di acqua, ma anche da problemi renali, insufficienza cardiaca o l’uso di alcuni farmaci. Talvolta, il trattamento può avvenire in ospedale attraverso una fleboclisi con soluzione di sodio o farmaci, ma purtroppo, gli studi indicano un tasso di mortalità di circa il 25% tra i pazienti ricoverati.
Sono stati riportati casi di decessi e ospedalizzazioni in seguito al consumo elevato di acqua, come bere sette-otto litri al giorno, quando la raccomandazione generale è di circa due litri. Alcune persone potrebbero avere esigenze diverse, ad esempio durante la gravidanza, in seguito a un allenamento intenso o durante il recupero da una malattia. Inoltre, le condizioni meteorologiche calde possono richiedere una maggiore idratazione.
Anche la morte di Bruce Lee è legata ad avvelenamento da acqua
È stato ipotizzato che l’esperto di Kung fu, Bruce Lee, sia morto nel 1973 all’età di 32 anni a causa di un’assunzione eccessiva di acqua. Questo sottolinea l’importanza di mantenere un equilibrio nell’assunzione di liquidi per evitare possibili complicazioni.
L’icona delle arti marziali e star di Hollywood perse la vita a causa di un gonfiore al cervello, inizialmente attribuito all’assunzione di antidolorifici dai medici dell’epoca. Tuttavia, ricerche più recenti suggeriscono che l’eccessiva assunzione di liquidi potrebbe essere stata la causa dell’insorgenza di iponatriemia in lui. La tragica morte della signora Summers è l’ennesimo caso che mette in luce i rischi legati al consumo eccessivo di liquidi.
Durante un piacevole fine settimana al lago Freeman nell’Indiana durante il 4 luglio, la signora Summers aveva iniziato a sentirsi stordita e aveva mal di testa. Nonostante avesse bevuto una grande quantità d’acqua, la sua sete persisteva e ha ingerito circa 1,9 litri in soli 20 minuti, pari a circa otto tazze. Al suo ritorno a casa, la signora Summers collassò nel garage a causa di un grave gonfiore al cervello e non riprese mai conoscenza. Gli esperti dell’Indiana University Health Arnett Hospital le diagnosticarono l’iponatriemia. Questo caso sottolinea l’importanza di una corretta gestione dell’idratazione per evitare possibili complicazioni gravi.
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