Benjamin Mascolo: “Stati Uniti solo un mito, in Italia ho capito una cosa. Amore? Sono molto felice. E su Fede…”. Benjamin Mascolo su Stati Uniti, amore, l’ex duo con Federico Rossi e non solo, il cantante emiliano, 30 anni, parla a tutto tondo in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Risalire sul palco, ha scritto, è stato come «tornare a casa dopo un lungo viaggio». Cosa ha imparato, in questo «viaggio»?
«Ho provato cose diverse, musicalmente, professionalmente e umanamente. Volevo mostrare a me stesso di poter fare anche altro oltre al pop. Ho imparato che molte gabbie sono mentali e che non è tutto oro quel che luccica. Hollywood, gli Usa: lì tutto si basa sulle apparenze. È Instagram nella vita reale, e anche peggio. Sono stato nella fabbrica del cioccolato e ne sono uscito nauseato, perché ne ho mangiato troppo. Abbiamo il mito degli Usa, ma tornando in Italia ho capito quanto valore ci sia qui».
Ha recitato in After Everything, nuovo capitolo della saga After, in uscita a settembre. Come è stato?
«Un’esperienza bellissima. Mi sono trovato bene con tutti, soprattutto con l’attore protagonista delle saga, Hero Fiennes Tiffin: è più giovane di me, ma mi ha insegnato tanto. Nel film sono il suo rivale, un personaggio di rottura. Finora avevo sempre interpretato il buono della storia. Ma mi sono divertito a fare l’antagonista: mi ci vedo».
È un film romantico. Oggi che rapporti ha con l’amore?
«Ho una relazione e sono molto felice. Mi ero ripromesso di non cascare più nella trappola dell’amore, ma la vita ti sorprende sempre. Anche nelle relazioni passate sono stato innamorato, ma la serenità che ho ora mi permette di condividere le cose in modo più maturo».
È stato a lungo l’idolo musicale delle adolescenti, ora è nel cast di un film adorato dai giovanissimi. Si sente ancora un «teen idol»?
«Mi sento già fuori da quella fase, ma so che per molti sono ancora in transizione. Prima le fan avevano un’isteria nei nostri confronti, un’energia bella ma anche travolgente. Ora si relazionano in modo diverso. Al posto della ragazzina che mi salta addosso per strapparmi la maglia ora c’è la ventenne che mi dice di essere cresciuta con la mia musica. C’entra anche l’età anagrafica, mia e loro».
Benjamin Mascolo: “Stati Uniti solo un mito, Amore? Sono molto felice”
I fan di Benji&Fede hanno metabolizzato la vostra separazione artistica?
«Non ancora, ci vorrà tempo. C’è una frase molto bella del produttore americano Rick Rubin che dice: “Se vuoi essere al servizio del pubblico, non ascoltarlo”. Mi ha sempre colpito molto».
Ha raccontato sui social di aver affrontato una fase difficile, confrontandosi con «una parte buia» di sé.
«Avrei potuto fare finta di niente e cercare di guarire dal mal di vivere e basta: finora, sui social, ho sempre mostrato solo una vita che può sembrare perfetta. Ma ora voglio mostrare anche l’altro lato della medaglia. Perché quel mal di vivere lo conoscono in molti e vorrei farli sentire meno soli. […]».
Ha accennato ad «abitudini sbagliate» che sta imparando a gestire. Come?
«Mettendo dei freni. Oggi veniamo tutti stimolati di continuo. E quando si fa il mio mestiere, gli stimoli sono ancora di più. Se ti lasci andare, ti fai trascinare. Da qualsiasi cosa: dal cibo sbagliato alle sostanze sbagliate, dai social usati in modo compulsivo al consumismo sfrenato. Tutte cose che possono portare a perdersi. Ho imparato, anche facendomi del male, ad autoimpormi delle regole. Ora vivo una vita quasi da atleta: sto attento alla salute, al ritmo del sonno, al cibo…».
Con i Finley ha rifatto la hit «Dove e quando», realizzata con Federico Rossi, in salsa punk rock. Un segnale neanche troppo in codice?
«L’ho fatto per divertimento. Ma il messaggio che sto mandando è che faccio quello che mi pare. Se mi va di rifare un mio brano in versione punk rock, lo faccio. Anche se ad alcuni non piace. Non voglio vivere con la paura di deludere certe persone».
A Federico è piaciuta?
«Non penso. Credo l’abbia presa come un’appropriazione di qualcosa che sente suo. Lo posso capire. Però è suo quanto mio, quindi…».
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