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Spettacolo

Nadia Tereszkiewicz: “Il Cinema non mi interessava, poi è successa una cosa. Alter ego Bruni Tedeschi? Wow!”

Nadia Tereszkiewicz: “Il Cinema non mi interessava, poi è successa una cosa. Alter ego Bruni Tedeschi? Wow!”. Nadia Tereszkiewicz sul Cinema e non solo, l’attrice francese, 27 anni, rivelazione del cinema transalpino, si racconta a cuore aperto in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] Il cognome è polacco, suo padre è nato in Francia, sua madre in Finlandia. A che Paese sente di appartenere?
“Considero Parigi la mia città e il francese la lingua del lavoro. La lingua delle emozioni, dell’amore, è invece il finlandese. Quando prego, prego in finlandese; se in un film devo piangere, mi preparo pensando a qualche episodio in finlandese”.

[…] Parla un italiano fluente.
“Purtroppo un po’ l’ho dimenticato… Per 14 anni ho frequentato, a Cannes, il Centre International de Danse Rosella Hightower, una scuola diretta da un’italiana, Paola Cantalupo, dove la maggior parte dei miei amici era italiana. Ho cominciato con il ballo da piccola, e – undicenne – ho scelto di affrontarlo a livello professionale: otto ore al giorno nel campus, e viaggi in Italia, Stati Uniti, Canada, Finlandia, Germania…”.

Quando era nata la passione?
“Avrò avuto quattro-cinque anni e mio padre, che è appassionato di musica, danza e cinema, mi ha portato a uno spettacolo di Pina Bausch: sono stata travolta dall’emozione, per la prima volta ho capito cosa può mettere in moto l’arte. Mi ha fatto piangere come non mai e ho visto una bellezza superiore, che non potevo neppure afferrare… Poi non me ne sono perso uno, ma quello che ha cambiato la mia vita è stato Café Müller”.

La svolta verso il grande schermo?
“Eh, ci è voluto… Non mi interessava, malgrado papà fosse un cinefilo (i miei mi hanno chiamato “Nadia” ispirandosi alla protagonista di Sole ingannatore di Nikita Michalkov). A 18 anni, a Toronto – ero appena stata presa all’École nationale de ballet du Canada – ho capito che in realtà mi mancava qualcosa. Mi mancava, in qualche modo, la parola… Ho deciso di tornare in Francia e dedicarmi agli studi di Letteratura, con specializzazione in teatro. Teatro inteso come testi, non come rappresentazioni, benché per approfondire assistessi a decine di pièce. Ma quando ho visto Oedipus der Tyrann di Romeo Castellucci… be’, è stato uno shock. Un livello poetico che non dimenticherò. Mi sono riproposta: provo il concorso per il corso di recitazione Classe Libre”.

Nadia Tereszkiewicz: “Il Cinema non mi interessava, poi…”

Partenza!
“No. Non sono stata ammessa… Ho aspettato l’anno successivo, mi sono preparata come una pazza: eravamo in tremila, siamo passati in 18, dieci ragazzi e otto ragazze. Però ho frequentato solo tre mesi”.

Tanta fatica per nulla?
“Mi hanno chiamato su un set in Portogallo, lì ho incontrato la mia agente e poi, per quattro anni, non ho avuto un mese di pausa. Il film era Sauvage di Dennis Berry, nessuno l’ha visto (sorride), ma sono grata: mi ha dato la possibilità di capire che quella strada era la mia. A scuola non puoi immaginare se farà per te: a 20 anni, stare due mesi da sola durante le riprese…”.

[…] Ora però è il momento delle ferie. La sua meta?
“La Germania, un workshop con un danzatore della compagnia della Bausch: ogni vacanza vado a ballare, ne ho bisogno. Ho partecipato a molti seminari del “metodo Gaga”, basato sull’assoluta libertà dei movimenti: in Italia (sono andata due volte in Monferrato, a Orsolina28), in Israele, ad Amsterdam… Ho seguito l’ideatore, Ohad Naharin, un po’ dappertutto dopo averlo incontrato nel 2019 a Tel Aviv quando giravo la serie Possession. Dopo i quattro mesi di riprese, sono rimasta per un altro a praticare con lui”.

La sua vita sarà cambiata dopo l’apprezzamento come “alter ego giovanile” della Bruni Tedeschi.
“Non posso dire che mi lasci indifferente. Persone che ammiravo sin da piccola pensano che io sia un’attrice… Wow! L’incoraggiamento fa bene, aiuta l’autostima. I dubbi non mi abbandonano e la pressione è forte”.

Cosa la tiene con i piedi per terra?
“Lo stesso gruppo di amici da 15 anni, quelli dell’ambiente della danza. La mia famiglia. E il fatto che a me piace davvero tanto recitare, non sono attratta dal lato “di rappresentanza””.

Ha un mantra che la guida nella vita?
“No, ma ho la fede (sono luterana), l’ho sempre avuta, mi è venuta dalla mamma. Questo mi mette in una condizione esistenziale di fiducia: le cose che devono arrivare, arrivano. Non calcolo, non funziono così: procedo giorno per giorno. Anche mia madre mi invita di continuo ad approfittare del presente, a non trascurare il buono delle cose semplici perché troppo concentrata sul passato, o sul futuro”.

 

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