Annalisa: “Mon amour? Il messaggio è un concetto semplice. Ho baciato una donna. E su Meloni…”. Annalisa su Mon amour, il matrimonio e non solo, la cantante ligure in testa alle classifiche, 37 anni, parla a tutto tondo in una intervista a ‘Vanity Fair’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Chi è Francesco?
«L’ho conosciuto due anni fa a un evento di Costa Crociere dove lavora. È stimolante, di grande iniziativa, creativo, in testa ha sempre mille progetti e cose da fare».
E com’è andata quella volta all’evento?
«Non è successo niente, non ci siamo nemmeno scambiati i numeri. Lui mi ha scritto poi sui social».
Proposta di matrimonio?
«Me l’ha fatta durante una vacanza. Ma sto già dicendo troppo».
Perché proprio lui?
«Perché io e lui ci mettiamo alla prova di continuo, non c’è mai stasi, che è la cosa che ho sempre temuto nelle relazioni e in ogni ambito della vita. Con lui mi sento sempre in movimento, anche il matrimonio non lo vedo come un punto di arrivo, ma come una ripartenza».
[…] Pensa a un figlio?
«Sì, lo vorrei tanto, ma non ci siamo ancora dedicati».
[…] È cambiato qualcosa dopo il matrimonio?
«Era già cambiato tutto quando ci siamo conosciuti, questa sensazione di non trainare né di essere trainata, ma di stare in movimento insieme».
[…] L’ultima, Mon amour, è un’altra hit dopo Bellissima. Come ci riesce?
«Non esiste una regola, ma penso che il successo arrivi quando ti trovi a vibrare nelle stesse frequenze del mondo in quel momento esatto. A volte sei in ritardo, a volte in anticipo, nel caso di Bellissima e Mon amour c’è stata sincronia».
Annalisa: “Ho baciato una donna. E su Meloni…”
[…] «Ho visto lei che bacia lui, che bacia lei, che bacia me»: dove li ha visti?
«È una scena che racconta di quando, dopo una delusione, provi a stravolgere le tue abitudini, ti butti, sperimenti, e poi alla fine riparti. Io ho sempre fatto così: momenti di grande impegno, poi grandi delusioni, autoanalisi, ricerca e ricostruzione. È un ciclo che si ripete da sempre».
Qua si parla di fluidità.
«Sì, il messaggio è un concetto semplicissimo: la libertà. Se c’è una cosa che deve essere vissuta liberamente è proprio la sfera delle relazioni, dell’amore e della sessualità».
Lei ha mai baciato una lei?
«Ovviamente sì. Penso che succeda a tutti durante l’adolescenza, anche per gioco, è la voglia di sperimentare».
E dopo la sperimentazione?
«Mi sono sempre piaciuti i maschi».
È sempre stata libera?
«Sempre. Non mi sono mai piaciute le etichette, non mi sono mai frenata, ho sempre vissuto le relazioni in modo istintivo. L’istinto è la cosa fondamentale: ti porta dove sei tu, fine».
[…] Da piccola già cantava?
«Canto da una vita, letteralmente. A due-tre anni hanno iniziato a capire che ero intonata, in me l’istinto è stato precocissimo. La musica ha sempre significato questo per me: mi metto in mostra e cerco di dirti qualcosa di me che non riesco a esprimere in altro modo».
Che cosa non riesce a dire?
«Tantissime cose, ho una grande esigenza di esprimermi ma il mio carattere non è in sintonia con questa necessità. Allora canto».
Annalisa: “Mon amour? Il messaggio è un concetto semplice”
Cantando Mon amour si è avvicinata per la prima volta al mondo Lgbtq+.
«In maniera più esplicita sì, però mi ci sono sempre sentita vicina».
[…] Che cosa pensa del governo Meloni poco filo-Lgbtq+ e delle sue azioni contro le famiglie arcobaleno?
«Mi dispiace molto. Sono cose che mi rattristano, mi sembra che si facciano passi indietro. Spero che si riesca a mettere un punto a queste azioni».
Anche sui temi femminili la sua voce si sente poco.
«Non ho mai alzato la voce, ma è ovvio che viviamo in una società retrograda e per combattere la violenza di genere si deve andare alla radice, cambiare cose della nostra cultura, capire che non è normale l’apprezzamento per strada».
Nella discografia la disparità di genere è enorme: ci sono pochissime donne in classifica. Qual è il problema?
«Per me è una questione culturale. Perché i musicisti sono quasi tutti maschi? Perché quando sei bambina, nessuno ti dice mai: vuoi provare a suonare la batteria? No, ti dicono: dai, canta. Ci sono cose da maschio e cose da femmina: il produttore è maschio, il fonico è maschio, il backliner è maschio; la bella voce è femmina, a meno che non si tratti di cantautorato, lì allora è territorio maschile».
Ha mai subìto un episodio di sessismo?
«Parecchi. Sui social devi essere vestita in un certo modo, atteggiarti in un altro, se canto io una canzone è una canzoncina, se la fa un maschio il giudizio è diverso».
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