Blitz a Palermo, 18 misure cautelari. Boss tradito dalle frasi della compagna a telefono. Un duro colpo è stato inflitto alla mafia palermitana con l’emanazione di 18 misure cautelari da parte del giudice per le indagini preliminari. Queste misure riguardano capi, affiliati e estorsori del clan di Resuttana. L’indagine, condotta sotto la guida del procuratore Maurizio de Lucia e dell’aggiunto Marzia Sabella, ha smantellato uno dei mandamenti più potenti della città siciliana.
“La città è nelle loro mani”, affermavano alcuni membri della cosca che sono stati intercettati. Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa, estorsione, traffico di droga, detenzione illegale di armi e violazione dell’obbligo di sorveglianza speciale. Per 16 di loro è stata disposta la custodia in carcere, mentre per gli altri due sono stati concessi gli arresti domiciliari.
Tra le persone arrestate, Settimo D’Arpa è stato tradito da una conversazione telefonica intercettata. Durante la chiamata, D’Arpa parla con la sua compagna, la quale, nonostante gli avvertimenti, rivela apertamente la sua appartenenza a Cosa Nostra. “Te lo dico – afferma la donna -, fai il furbo e chiama tutti i mafiosi che conosci… te lo dico davanti a tutti“. D’Arpa cerca di difendersi, dicendo: “Io non conosco nessuno di questi mafiosi. Io non ho rapporti con loro“.
Tuttavia, la compagna non si ferma e dice: “Ti giuro su Dio che se ti vedo coinvolto in richieste di pizzo, ti lascio. Ti giuro che lo faccio“. Preoccupato, D’Arpa le chiede se si rende conto delle cose che dice al telefono, e lei risponde: “Sì, perché è la verità… ed è la verità“.
La donna continua a parlare senza mezzi termini: “Non stiamo in via Sciuti, non stiamo in via Notarbartolo dove spaventavi i commercianti. Qui stai parlando con una persona”, e aggiunge: “Capisci? Con una donna. Sì, stai parlando con una donna, non con un commerciante che vuoi intimidire, perché è l’unica cosa che sapete fare…”. D’Arpa risponde: “Io ti sto anche bloccando le chiamate e i messaggi. Ciao, buonanotte”.
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