Peggiora la salute respiratoria degli italiani, l’allarme di Sip-Irs: “C’è un collegamento diretto con il clima”. Peggiora la salute respiratoria degli italiani per colpa dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici. A lanciare l’allarme è Sip-Irs. La Società Italiana di Pneumologia – Italian Respiratory Society, è giunta a questa conclusione incrociando i dati di diversi studi condotti in Italia.
“La salute respiratoria degli italiani sta peggiorando. Esiste un collegamento diretto tra l’esposizione prolungata all’inquinamento e le malattie respiratorie che riducono la qualità e l’aspettativa di vita. Mentre riscaldamento climatico e fenomeni meteorologici eccezionali potrebbero ulteriormente concorrere a concentrare le sostanze inquinanti”, dice Francesco Pistelli, dirigente medico della U.O. di Pneumologia Universitaria, AOU Pisana.
Secondo la società scientifica, la ricerca ha analizzato dati che mostrano un forte legame tra inquinamento, ricoveri e mortalità per malattie respiratorie. Dai risultati è emerso che l’esposizione cronica al particolato Pm10, aumenta di 2,96 volte il rischio di sviluppare Bpco. Mentre quella al Pm 2.5 fa crescere di 2,25 volte il rischio di rinite e di 4,17 volte quello di espettorato cronico.
Più iniziative per aumentare la consapevolezza
“Di fronte a questo scenario il ruolo della Società Italiana di Pneumologia deve essere quello di stimolare la conoscenza e la consapevolezza di medici, cittadini e istituzioni con iniziative concrete”, afferma il presidente Sip-Irs Carlo Vancheri.
Con questo spirito Sip-Irs ha avviato attività di sensibilizzazione in collaborazione con la Federazione Italiana della Pneumologia Onlus e l’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri, sia sul territorio sia sui media con spot e campagne di comunicazione.
Del resto l’Aea (Agenzia Europea per l’Ambiente), meno di un anno fa aveva lanciato l’allarme in Italia, indicando Cremona e Padova come le città più inquinate d’Europa. Le due città italiane superano la soglia dei 25 microgrammi per metro cubo di Pm2,5, ovvero le polveri sottili secondo le rilevazioni. I dati fanno riferimento al 2020. Secondo l’Aea, la qualità dell’aria è buona solo in 11 città in Europa poichè solo in queste i livelli di Pm2,5 erano al di sotto della soglia indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).
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