Francesca Neri: “Divorzio? Sto vivendo finalmente nella verità e nella libertà. Posso dirvi solo una cosa”. Francesca Neri e il divorzio da Claudio Amendola, l’attrice trentina, 59 anni, parla della fine del suo matrimonio intervenendo si microfoni di Rai Radio2 nel corso del format ‘I Lunatici’, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte alle quattro, live anche su Rai2 tra l’una e venti e le due e trenta circa.
Francesca Neri e il divorzio da Claudio Amendola
“Non ho parlato del mio matrimonio, figuriamoci se parlo della fine del mio matrimonio. A meno che non ci siano delle ragioni molto valide. Questo fa parte del mio modo di essere. Il clamore non mi ha stupito, siamo abituati al fatto che ci siano persone che amano vivere e condividere la loro vita privata sui giornali o sui social, non giudico, ognuno deve riflettere il proprio modo di essere. Preferisco in questo momento non parlarne. Sto molto bene, sto vivendo finalmente la mia vita, sto vivendo finalmente nella verità e nella libertà, questa è l’unica cosa che vi posso dire”.
Sulla sua malattia, la cistite interstiziale
“Sto bene, oggi siamo qui e parliamo, questo è importante. Ne ho parlato in un libro, ho parlato tanto con molte persone, ho cercato nel mio piccolo di aiutare, queste malattie croniche non molto conosciute e riconosciute hanno bisogno che se ne parli. Ci sono dentro, ci convivo, negli anni tutto quello che ho fatto è tornato utile. Tanti professionisti mi hanno ringraziato per averne parlato e mi hanno coinvolto in diverse iniziative.
Io sono un personaggio pubblico ma non ho mai parlato tanto di me, però essendomi fermata, anche con il mio lavoro, e avendo deciso di aprirmi, l’ho fatto fino in fondo. Questa malattia è parte integrante del mio essere oggi, del mio essere donna, dell’aver smesso per un periodo di fare l’attrice. L’importante è che se ne parli, che continui la ricerca. Se oggi io sono più forte è anche grazie a tutte le fragilità che ho e la malattia è una di queste. Non la vivo più come un limite, ma come un qualcosa che ho imparato a conoscere e con cui convivere”.
Sulla carriera
“Il film ‘Al lupo al lupo’? Secondo me è uno dei più bei film di Verdone. Forse il più autobiografico. C’è quella malinconia che gli appartiene. Carlo ha una capacità, soprattutto sui personaggi femminili, di disegnarli con mille sfaccettature. Non è sempre scontato, soprattutto se lo sceneggiatore o il regista è un uomo. Quel film per me rappresenta un momento importante della mia carriera, anche l’incontro con Verdone e Rubini. Se ho voglia di tornare sul set? Adesso sì. Sento lo stimolo a rimettermi in gioco”.
Su Massimo Troisi e lo scudetto del Napoli
“Massimo Troisi? In questo periodo, forse anche perché il Napoli ha vinto lo scudetto, è sempre presente. Nel mio cuore, ma credo ovunque. È una delle persone più fragili e geniali che abbia conosciuto in questo mestiere. Sicuramente il più sensibile. Io amo tantissimo Napoli per merito suo, è l’unica città dove vivrei a parte Roma. Massimo è stato e sarà sempre una delle persone più importanti della mia carriera e della mia vita. Il #metoo? Non mi è mai capitato di ricevere proposte indecenti”.
Sulla condizione delle donne
“Momento delle donne? Il problema sono alcuni uomini e chi le educa. La scuola e le famiglie. Sicuramente la nostra è una società maschilista e lo sarà sempre. Ma l’educazione, la sensibilizzazione, la possibilità di cambiare, crescere, maturare, vanno inseguite. Bisogna tornare a parlare di esseri umani. Servirebbe l’educazione sentimentale come materia di studio al liceo. Ci dovrebbe essere, obbligatoria. E’ più importante di religione. Non è una bestemmia, è la verità, ve lo giuro. Educazione sentimentale”.
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