Tardelli: “Myrta Merlino mi ha fatto crescere soprattutto in un aspetto. Gay nel Calcio? Co sono ma non lo dicono”. Marco Tardelli su Myrta Merlino, i Gay nel Calcio e non solo, l’ex calciatore 68enne, oggi opinionista televisivo, si racconta a tutto tondo in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Le è spiaciuto che Nicola (suo figlio ndr) non abbia fatto il calciatore?
«No, per niente. Sarebbe stato un problema per lui: avrebbe avuto sempre questo paragone col padre. O sei bravo come sono stati Maldini e Mazzola o è meglio fare altro. Però mi ha dato tanta soddisfazione anche dopo. Sia lui che la sorella, Sara».
[…] Un ricordo dell’Avvocato?
«Le sue telefonate alle 6 del mattino. O quando mi feci male a una gamba e mi mandò il suo fisioterapista: prima della partita chiamò per chiedermi come stavo, risposi “vorrei tagliarmela, questa gamba”. E lui: “Lo dica a me…”. L’Avvocato non sarebbe potuto stare in questo calcio. Lui è quello che dopo la finale di Coppa dei Campioni persa ad Amburgo disse: “Doveva andare così”».
Perché andaste a festeggiare sotto la curva dopo la vittoria all’Heysel, nel 1985?
«Siamo solo andati a salutare i tifosi. Ma io ho sempre detto che non ho vinto quella Coppa».
Di chi fu l’errore?
«Di tutto il calcio: ci hanno obbligati a giocare. Era stata una scelta sbagliata mettere i tifosi in una curva sola».
Chi prese la decisione?
«Penso l’Uefa. E la polizia di Bruxelles decise di farci giocare perché sarebbe stato un dramma disperdere i tifosi».
[…] Lunedì debutta con «L’Avversario», su Rai 3. Parte con Antonio Cassano.
«L’avversario di Cassano è Cassano. E l’autorità maschile. Segue solo quella della mamma e della moglie».
In quale puntata si è emozionato di più?
«Tutti gli incontri sono stati emozionanti. Platini si è messo a disposizione e ho per lui un affetto particolare. Mancini appare diverso, sorridente. Pericoli ha una storia incredibile».
Tardelli: “Myrta Merlino mi ha fatto crescere soprattutto in un aspetto”
E chi è il suo avversario?
«Mi reputo un uomo fortunato. Potrei dire mia mamma quando non voleva che giocassi a calcio, o le squadre che mi hanno rifiutato all’inizio. Con il Pisa il mio avversario era l’ansia: mi faceva rimettere prima di ogni partita».
Suo padre Domenico, operaio dell’Anas, è mancato nel ‘95. Cosa avrebbe voluto che vedesse, di quello che è successo dopo?
«Avrei voluto che si godesse quello che ho goduto io, assieme a me. Con mia madre sono riuscito a condividere tante vacanze al mare, la portavo in Sardegna, a Santa Margherita di Pula: l’amava».
[…] Myrta Merlino. La sposa?
«Ma che domande fa?».
Non le piacerebbe?
«E se dico sì e lei dice no?».
Che cos’è per lei?
«È la mia compagna, è una donna molto protettiva, mi ha fatto crescere come uomo».
In che modo?
«Intanto nella scrittura. Ho una rubrica sulla Stampa. Non volevo farla perché non avevo mai scritto in vita mia. Lei mi ha incoraggiato; mi rilegge i pezzi, se può».
Perché non ci sono calciatori gay nella nostra Serie A?
«Beh, non è detto…».
Nessuno fa coming out.
«È vero. Ma non è una prova. Secondo me ci sono: è statisticamente impossibile che non ci siano. E comunque non vedrei il problema».
E perché non lo dicono?
«Forse sentono che non è il momento, che non c’è il clima giusto. Ma il mondo attorno a noi è cambiato: non vedo perché non debba cambiare anche il calcio».
Le hanno mai chiesto di entrare in politica?
«Sì, tre-quattro anni fa, in area centrosinistra. Ma una persona non era d’accordo e allora non ho accettato».
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