Ragazzino 11enne promessa dello judo bruciato vivo dagli altri bambini: erano gelosi. Orrore in Russia, dove un ragazzino di 11 anni è stato bruciato vivo in un capannone da altri bambini. Il motivo? Secondo quanto riferiscono alcuni media internazionali, erano invidiosi di lui perché era una star del judo nel loro Paese.
Secondo la polizia il ragazzino prima è stato cosparso di benzina e poi rinchiuso in un capannone a cui è stato dato fuoco da bambini poco più grandi di lui. Albert Umbetyarov, questo il nome della vittima, è morto a causa di questo atto atroce consumato in una foresta del quartiere Dubovaya Roschcha di Mosca.
Un testimone, un altro ragazzo più giovane, ha spiegato alle autorità che lo hanno picchiarto fino a fargli perdere i sensi, poi lo hanno cosparso di benzina, quindi lo hanno rinchiuso in un capannone a cui hanno dato fuoco. Sarebbero stati due bambini di 6 e 7 anni ad avvertire diversi adulti che si trovavano in zona.
Russia, 11enne promessa dello judo bruciato vivo dagli altri bambini: l’orrore
A trovare la scena è stato un adulto, ma non ha potuto fare nulla: “Alle 19 mi ha chiamato piangendo. Mi ha detto: ‘Il mio amico è morto bruciato nel capannone’. Sono andato lì ho visto le fiamme. Non c’era nessuno a cui chiedere aiuto in quel momento”, ha spiegato il padre di uno dei bambini.
Diversi uomini con le pale hanno cercato di sfondare le fiamme e salvare il ragazzo , ma era troppo tardi. L’allenatore di judo del ragazzo, Alexander Tvanba, ha detto che Albert era “intelligente e molto pacifico, non avrebbe offeso una mosca”.
“Il 19 maggio 2023, durante una rissa, alcuni bambini hanno rinchiuso un ragazzino all’interno di un capannone, poi hanno chiuso a chiave dall’esterno, inchiodando la porta. Nel capannone è scoppiato un incendio. Secondo i primi accertamenti, il rogo è divampato all’interno della struttura. I bambini potevano salvarlo ma non ha aperto la porta né hanno chiamato i soccorsi. Quando sono arrivati i paramedici, il corpo del ragazzo è stato ritrovato all’interno del capannone bruciato”, ha spiegato il capo del comitato, Alexander Bastrykin.
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