Francesco Facchinetti: “Con mio padre scontri continui, da artista ha una convinzione. Talento? Sono un visionarlo”. Francesco Facchinetti sul padre, gli amori, il lavoro e tanto altro, il 43enne conduttore radio e tv si racconta a cuore aperto in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
[…] «figlio di Roby», lo stesso che al momento lo sta martellando di telefonate sul cellulare.
«Più gli sbatto giù e più richiama a manetta. Come tutti gli artisti è convinto che il mondo gli giri intorno, non molla eh».
Mi sa che fate sempre così, voi due.
«Siamo teste dure, ci scontriamo spesso, discutiamo ogni santo giorno, su qualunque cosa. E da buoni bergamaschi ci diciamo tutto in faccia. Poi però ci passa e finisce lì».
[…] A 14 anni era un improbabile catechista.
«Frequentavo il liceo classico di Comunione e Liberazione vestito da punk con la cresta multicolore. Ai bambini insegnavo religione e le mosse di wrestling. Nella mia testa ero convinto di essere un genio e di poter andare avanti senza aprire un libro. Ho recuperato dopo, studiare mi ha aiutato a non sentirmi a disagio».
Nascere figlio dei Pooh è stato un marchio?
«Una figata, dai. Però non ho mai osato paragonarmi a papà, lui è una rockstar, un genio della madonna. Lo apprezzavo persino nella fase da punkabbestia, quando ascoltavo i Sex Pistols e frequentavo il laboratorio anarchico. Nessuno lo sapeva, capirai, i Pooh, il simbolo borghese. Quando lo scoprirono fui cacciato».
Francesco Facchinetti: “Con mio padre scontri continui, da artista ha una convinzione”
La cosa più insensata che ha fatto?
«A 18 anni sono partito per Cuba, solo e senza meta. “E ora che faccio?”. Impari ad affidarti alla Provvidenza. E scopri che la vita è piena di sorprese. A Los Angeles, mi sono ritrovato alla festa di compleanno di Quincy Jones che mi suonò al piano Man in the Mirror di Michael Jackson».
Gli anni da pr all’Hollywood.
«Mi affidavano Leo DiCaprio, Britney Spears, George Clooney, Jim Carrey, ero una sorta di giullare che li portava a spasso in quel paese dei balocchi che era Milano, da mezzanotte alle sei del mattino, quando può accadere di tutto».
[…] Vanta persino un duetto con Pavarotti.
«Ero in macchina con Claudio Cecchetto. Mi chiede: “Che ti andrebbe di fare?”. “Scelsi la risposta più assurda: Un pezzo con Pavarotti”. Lui imperturbabile: “Va bene, chiamo Nicoletta”. Luciano si divertì un sacco a cantare con questo schizzato con metà testa rasata e metà no».
Naufragò all’Isola dei Famosi con Aida Yespica.
«Ho avuto relazioni con donne molto belle, Aida è una di queste. Mi sono ritrovato su un’isola deserta con lei, cosa potevo chiedere di più?».
Ha condotto quattro edizioni di X Factor. A 43 anni ha capito il suo qual è?
«Non sono un uomo di talento, sono portato a fare troppe cose insieme, però ho un pregio: sono un visionario, riesco ad immaginare prima quello che potrà accadere. Cecchetto l’aveva capito: “Diventerai come me”. Io invece sognavo di essere Jovanotti».
Sua moglie Wilma le è (letteralmente) caduta tra le braccia.
«Ci siamo conosciuti su una chat tra amici, si programmava una vacanza di gruppo a Marrakesh. Per un po’ è rimasto un rapporto epistolare e basta. Quando finalmente ci siamo incontrati, uscendo dalla porta finestra della cucina, Wilma è inciampata ed è caduta ai miei piedi. Da lì è cominciata. Due persone agli opposti, bianco e nero, che si attraggono con intensità». Ha ammesso di essere un marito faticoso. «La vita con me è complicata, piena di continui imprevisti. Ogni tanto ho bisogno di stare solo, perdermi nei pensieri, trovare stimoli».
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