Prete morto da 2 anni ma i fedeli impediscono il funerale: “Stiamo aspettando che risorga”. Accade a Johannesburg, in Sudafrica, dove un prete morto da 2 anni non era ancora stato seppellito. Il motivo? I suoi fedeli erano convinti che padre Siva Moodley, potesse risorgere da un momento all’altro. Il sacerdote, molto noto nel Paese, è deceduto il 15 agosto del 2021, ma il suo corpo è rimasto 600 giorni nell’obitorio di Johannesburg, finché non è intervenuta la magistratura che ha imposto la sepoltura.
Il corpo del prete è rimasto quasi due anni custodito all’obitorio, in attesa della sua resurrezione e del compimento di un miracolo. È stata la vedova dell’uomo, Jessie Moodley, a prendere la decisione di aspettare il funerale per vedere se suo marito sarebbe tornato in vita. Ma un giudice ha messo fine ai piani della comunità religiosa. L’impresa di pompe funebri ha cercato di spiegare ai suoi parenti che tenere il cadavere in quelle condizioni era un rischio per la salute e per l’ambiente. Ma la famiglia del defunto ha disertatocerimonia la cerimonia di sepoltura.
Prete morto da 2 anni, fedeli impediscono il funerale e interviene la magistratura
E in effetti il rischio per la salute e per l’ambiente c’è. In Messico un cadavere conservato, che è stato mummificato per caso nel 19° secolo, sta sperimentando escrescenze fungine che potrebbero diffondersi ai visitatori, cioè riportarla in vita, anche se non si alzerà e camminerà. Certo, come il sacerdote sudafricano, questo preoccupa gli esperti, perché può rappresentare un rischio per la collettività.
“Ancora più preoccupante è che siano ancora in mostra senza misure di sicurezza per il rischio biologico per il pubblico. Da alcune delle foto pubblicate, almeno uno dei cadaveri esposti, che è stato ispezionato dall’istituto nel novembre 2021, mostra segni di proliferazione di possibili colonie fungine. Tutti questi devono essere attentamente studiati per vedere se sono segni di rischio per il patrimonio culturale, così come per coloro che li maneggiano e vengono a vederli”, ha scritto l’istituto, che non ha approfondito il tipo di crescite fungine a cui si riferivano.
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