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Cronaca

Vada, agguato in un campo: 57enne ucciso a colpi di arma da fuoco. Si stava separando dalla moglie

Vada, agguato in un campo: 57enne ucciso a colpi di arma da fuoco. Si stava separando dalla moglie. È successo intorno alle 14 di ieri, martedì 11 aprile, a Vada, frazione del comune di Rosignano Marittimo, nella provincia di Livorno. Qui un uomo di 57 anni è stato ucciso a colpi di arma da fuoco in un podere sulla via per Rosignano, vicino all’uscita della Variante Aurelia. La vittima qualche ora dopo aveva un’udienza davanti al giudice per la separazione ma in tribunale non è mai arrivato.

Stando a quanto si apprende dalle prime informazioni, le persone che abitano poco distante hanno sentito alcuni colpi di arma da fuoco e sono uscite per capire cosa stava accadendo. Hanno fatto in tempo a vedere un uomo scappare con un’auto e un altro per terra che perdeva sangue. Subito è scattato l’allarme al 112 e al 118 che ha inviato un’ambulanza della Pubblica assistenza di Rosignano e ha allertato anche l’elisoccorso ma ogni tentativo di rianimare l’uomo è stato inutile. Le sue condizioni sono apparse subito disperate e infatti poco dopo è morto.

Il podere dove è stato ucciso Massimiliano Moneta, questo il nome della vittima, è di proprietà del suocero, Antonino Fedele, fratello del pregiudicato calabrese Michelangelo che dagli anni Settanta vive a Castagneto Carducci. Per tutto il giorno le forze dell’ordine hanno tentato di rintracciarlo ma fino a tarda sera è stato irreperibile e nessuno, neppure tra i familiari contattati, ha saputo dare notizie di lui.

Vada, agguato in un campo: 57enne ucciso a colpi di arma da fuoco

L’arma del delitto non è stata ancora trovata, nonostante le ricerche in tutta la zona. Probabile quindi che l’assassino l’abbia portata via con sè. Per tutto il pomeriggio le forze dell’ordine hanno transennato il sentiero sterrato che porta al podere per fare i rilievi e per cercare tracce che potessero portare all’assassino. Sul posto, oltre al sostituto procuratore di Livorno Pietro Peruzzi, sono arrivate le volanti della polizia e le pattuglie dei carabinieri che hanno avviato una vera e propria caccia all’assassino anche con l’elicottero dell’Arma impegnato fino a tarda sera a battere tutta la provincia di Livorno e le zone frequentate dal principale sospettato.

Al momento sono diverse le ipotesi al vaglio degli inquirenti ma le indagini si sono fin da subito concentrate nell’ambito familiare della vittima. Resta da capire se sia stato un delitto d’impeto, nato da una lite seguita a una separazione burrascosa, oppure un omicidio premeditato. Per questo i carabinieri per tutto il giorno hanno cercato di rintracciare tutti i familiari alla ricerca di un possibile movente.

Come riporta ‘Il Corriere della Sera’, oggi la Procura darà l’incarico per l’autopsia. All’inizio sembrava che l’arma fosse un fucile da caccia, ma da un primo esame più approfondito del medico legale ha preso corpo l’ipotesi che a uccidere Moneta sia stata una pistola. Sicuramente gli spari — quattro o cinque secondo quanto emerso — sono stati ravvicinati ed esplosi tra torace e ventre.

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