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Sandra Milo: “Sono una peccatrice. Eppure Dio mi ha fatto un miracolo. Io picchiata a sangue, mi trovarono a terra”

Sandra Milo: “Sono una peccatrice. Eppure Dio mi ha fatto un miracolo. Io picchiata a sangue, mi trovarono a terra”. Sandra Milo peccatrice e non solo, l’attrice e conduttrice, 90 anni, ripercorre storie e relazioni della sua vita in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Il senso di colpa di Sandra Milo?
«Per mia madre» […] «Ho sempre vissuto con nonna e mamma, me le sono portate a vivere con me col primo, e col secondo marito.»

Motivo?
«Istinto materno. L’istinto materno è verso i piccoli e verso i grandi».

Mamma e nonna a casa.
«Toscane, linguacciute, erano parecchio ingombranti. Il primo marito, Ergas, mi diceva: “o me, o loro”».

Risposta?
«”Non posso lasciarle”. Al che lui se ne andava, stava fuori un mese, e tornava».

Lei ha accudito nonna e mamma fino alla fine?
«Sono morte con me, mia nonna a 85 anni. Mia madre a 55. Aveva un cancro che la paralizzava a letto, muoveva solo le mani. Io ero incinta di Deborah, e giravo 8e1/2 . Il giorno lavoravo, la notte stavo con lei. Rientravo dal set, e le facevo i massaggi alla gambe per alleviare il dolore».

[…] Per molto tempo, con suo padre in guerra, la famiglia è stata al femminile: lei, sua sorella, mamma, e nonna. Un ricordo d’infanzia?
«Sfollate in un paesino toscano, Ruota, non avevamo niente, ma niente per davvero, neanche da mangiare. A valle c’era questo campo di grano maturo che nessuno aveva raccolto perché minato dai tedeschi. D’un tratto mia mamma e altre due mamme di bambini decidono di andare. Prendono forbici, sacchi e vanno».

[…] Da Viareggio a Milano.
«Mi fidanzo con un ragazzo più grande, trent’anni lui, sedici io. Lui mi porta a Milano dove lavoro come modella. In seguito mi trasferisco a Roma per fare l’attrice. Ero minorenne, facevo tutto quello che non si poteva fare, stare con un uomo grande, guidare. Ero felice. Volevo vivere».

Sandra Milo: “Sono una peccatrice. Eppure Dio mi ha fatto un miracolo”

Federico Fellini.
«A Roma, insieme al mio secondo marito, Ergas, conosco Federico e Giulietta. Ci frequentiamo. Loro invitano a cena noi, noi loro. Ci facciamo regali. Giulietta mi regala una lampada di cristallo che ho ancora. Per un anniversario di matrimonio io regalo loro un albero. Degli omini lo portano apposta da Pistoia, e glielo piantano in giardino, a Fregene. C’è stato un momento in cui tutti gli invitati della festa guardavano l’albero».

[…] Primo bacio?
«A Cinecittà, in un camerino. Lui mi bacia e io svengo. Lui dice: “ma che bambocciona, una come te, svenire per un bacio”».

E lei?
«Vagli a dire che io di baci ne avevo tanti, tantissimi anche a vuoto, e che l’emozione era per il suo».

Non lo dice?
«Con lui non avevo coraggio. Molte cose me lo sono tenute dentro».

Per esempio?
«In diciassette anni non abbiamo mai dormito insieme. Ci vedevamo di giorno, in genere nel suo studio. Nei vari studi che ha cambiato c’era sempre una stanza vuota con le tende alle finestre e la moquette per terra. E io pensavo che sarebbe stato bello se lì ci fosse stato un letto, se fosse diventata una stanza. Un po’ gliel’ho fatto capire: “qui ci starebbe bene un letto”, ho detto una volta».

[…] La fine?
«La fine della storia non è stata la fine del sentimento. Dopo diciassette anni di amore clandestino lui mi propone di lasciare tutto, e andarcene noi due in America».

Rinuncia a lui per non sciupare l’amore?
«Per quanto io dica che sia stata questa la ragione, lo dico da anni, oggi capisco che sotto sotto c’era anche altro, istinto di vendetta, piccola rivalsa».

Sandra Milo: “Io picchiata a sangue, mi trovarono a terra”

[…] La fine del matrimonio con Ergas?
«Un giorno lui viene sul set, nella mia roulotte, e mi picchia. Mi butta a terra e mi riempie di calci. Naso rotto, mascella rotta, orecchie – da uno ho perso completamente l’udito, dall’altro l’ho riacquistato in parte, ma comunque nella vita mi è bastato, mi sono arrangiata».

Chi la trova?
«Qualcuno della produzione. Mi trovano per terra, piena di sangue, e mi portano in clinica. In clinica però non potevano prendermi, bisognava accertarsi che non ci fossero fratture al cranio. Di nascosto perciò, imbacuccata, mi portano al Pronto Soccorso. Mi fanno passare dai sotterranei perché non mi vedesse nessuno. Dalla radiografia scopriamo che il cranio è intatto, così mi riportano in clinica dove mi ricoverano per qualche settimana».

[…] Chi è Sandra Milo?
«Per la religione una peccatrice. Per la legge una persona condannabile. Eppure Dio mi ha fatto il miracolo. Ci penso spesso: Dio il miracolo lo ha fatto proprio a me».

Il miracolo?
«Mia figlia Azzurra è nata di sette mesi. Nasce viva, e muore subito. La dichiarano morta. Chiudono questa creatura piccolissima in una copertina, lo ricordo bene. Dopodiché arriva una suora, Suor Costantina che chiede al professore di darle la bambina, lui la caccia, lei rimane, finché il professore non gliela dà».

Allora?
«In una stanza, Suor Costantina pratica la respirazione bocca a bocca, il massaggio cardiaco. E prega. Prega Madre Maria Pia Mastena. Prega, prega, senonché la bambina ha un sussulto, piange».

Il dopo?
«Azzurra sta tre mesi in ospedale. Io me la vado a vedere ogni giorno: piccolissima laggiù, nell’incubatrice».

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