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Menopausa precoce: terapia ormonale sostitutiva può scongiurare demenza ma a una condizione

Menopausa precoce: terapia ormonale sostitutiva può scongiurare demenza ma a una condizione. Buone notizie per le donne con menopausa precoce, una terapia ormonale sostitutiva può scongiurare il rischio demenza, ma solo se iniziano il trattamento tempestivamente, suggerisce uno studio.

Le donne costituiscono circa i due terzi delle persone affette da Alzheimer, con menopausa precoce legata a un aumentato rischio di malattia. Ora uno studio afferma che alle pazienti a cui viene prescritta la terapia ormonale sostitutiva dall’inizio dei sintomi non corrono un rischio maggiore. Ma le donne che iniziano il trattamento – che aiuta a controllare i sintomi della menopausa – diversi anni dopo, restano livelli più alti di due proteine ​​chiave coinvolte nella demenza, beta-amiloide e tau.

Secondo gli esperti non era ancora chiaro come la menopausa e la terapia ormonale abbiano influito sul cervello, con ulteriori ricerche necessarie. Nell’ultimo studio, ripreso dal Daily Mail, i ricercatori del Mass General Brigham, Boston, Stati Uniti, hanno utilizzato l’imaging cerebrale per studiare come la presenza di due proteine ​​coinvolte nell’Alzheimer sia correlata all’età in menopausa e all’uso della terapia ormonale sostitutiva.

Gli scienziati hanno studiato le scansioni di 292 adulti cognitivamente sani per determinare i livelli di amiloide e tau in sette regioni del cervello. È emerso che le donne avevano livelli di tau maggiori rispetto agli uomini della stessa età, specialmente nei casi in cui avevano anche livelli elevati di beta-amiloide. I livelli di tau erano alti nelle regioni del cervello vicine al centro della memoria, oltre che nelle aree note per essere coinvolte nella progressione della demenza di Alzheimer.

Menopausa precoce, terapia ormonale sostitutiva contro la demenza

L’associazione tra livelli anormali delle proteine ​​era più forte nelle donne che avevano avuto un inizio precoce della menopausa, definito come di età inferiore ai 45 anni, rispetto alle donne in generale. Dato che molte donne con menopausa prematura usano spesso la terapia ormonale sostitutiva, i ricercatori hanno voluto esaminare se il suo uso fosse collegato alle due proteine.

Iniziare la terapia in ritardo – cinque anni o più dopo l’inizio della menopausa – è stato associato a livelli più elevati di beta-amiloide e tau, secondo i risultati di Jama Neurology. Ne ha parlato Rachel Buckley, del Massachusetts General Hospital.

“Abbiamo scoperto che i più alti livelli di tau, una proteina coinvolta nell’Alzheimer, sono stati osservati solo nelle donne che utilizzavani la terapia ormonale. Queste hanno riportato un lungo ritardo tra l’età all’inizio della menopausa e l’inizio della terapia ormonale. L’idea che la deposizione di tau possa essere alla base dell’associazione tra l’intervento tardivo della terapia ormonale, e la demenza del morbo di Alzheimer, è stata una scoperta enorme, qualcosa che non si era mai visto prima”.

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