Valentina Bellè: “The Good Mothers? Un aspetto dei calabresi mi ha colpito. I social non mi interessano, si corre un rischio”. Valentina Bellè su The Good Mothers è non solo, l’attrice veronese, 31 anni, parla della serie sulle donne che hanno combattuto la ‘ndrangheta in onda dal 5 aprile su Disney+, in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
The Good Mothers racconta la scelta forte compiuta da tre donne legate alla ‘ndrangheta. Chi è la “sua” Giuseppina Pesce?
“Giuseppina è poco conosciuta anche se ha avuto un ruolo attivo nel sistema mafioso della piana di Rosarno. È in prima linea, inconsapevole di essere schiacciata dentro un sistema patriarcale che considera la normalità. Non pensa che ci sia qualcosa di sbagliato, quella è la sua vita”.
[…] Che impressione si è fatta di Giuseppina e delle altre?
Ci sono Denise Cosco, figlia di Lea Garofalo, Maria Concetta Cacciola e la sua amica Giuseppina, appunto. Hanno storie diverse ma prendono tutte coscienza di quanto la loro realtà sia menzognera. Sono esempio di speranza e libertà.
Come si è preparata per questo ruolo?
“Ho visto Lea, il film di Marco Tullio Giordana con Vanessa Scalera nei panni di Lea Garofalo e Anime nere, di Francesco Munzi. Non c’è molto altro. Sono andata in Calabria con un collega, ho girato tanto perché volevo capire il clima che si respira. Sono stata accolta bene, i calabresi sono molto ospitali. Mi ha colpito però quando, ad Africo, chiacchierando è uscita la parola ‘ndrangheta, e si sono messi a ridere: “Ancora con queste vecchie storie. La ‘ndrangheta non esiste”, hanno detto”.
[…] Lei ha partecipato alla serie tv Medici: the Masters of Florence, e a Catch-22, diretta da George Clooney. La sua carriera internazionale è ben avviata.
“Ho imparato a ridimensionare l’idea che le grandi produzioni siano un mondo incredibile. Ci sono i pro e i contro: in una grande macchina, c’è poco spazio per il cuore”.
[…] Dopo le medie ha continuato a recitare?
“Ho ripreso a fine liceo, quando ho deciso di andare a New York a frequentare un corso al The Lee Strasberg Theatre & Film Institute. Avevo 19 anni, è stata un’esperienza incredibile. Appena ci ho messo piede ho capito che recitando avrei potuto sentirmi libera e avere lo spazio per esprimermi, più che in qualunque altra condizione”.
Valentina Bellè: “The Good Mothers? Un aspetto dei calabresi mi ha colpito”
[…] Preferisce i ruoli drammatici o comici?
“Credo di essere fortunata, perché ho potuto spaziare. Sirene era divertente, e anche Volevo fare la rockstar. Bisognerebbe girare almeno una commedia ogni due anni, anche se trovarne di belle non è facile”.
[…] Va dallo psicologo?
“Sì, ho ripreso di recente e sono molto contenta. Mi piace autoanalizzarmi ma c’è la possibilità di fare danni se non ci si confronta con un professionista. Adesso va quasi di moda, e si corre il rischio di esagerare, di normalizzare espressioni mediche. Meglio lasciar fare agli esperti”.
Lei usa poco i social. Perché?
“Non mi interessano. Però se mi sto annoiando e non riesco a godermi il momento, rischio di cadere nella trappola. Basta un clic”.
Sostiene che bisognerebbe godersi la noia?
“Sì, è uno spazio meraviglioso di scoperta nel quale si immagina, si pensa. Senza immaginazione non c’è futuro. Ora si insiste tanto sui sentimenti positivi, la gioia, la felicità, la gratitudine, avere successo e stare sempre bene. Eppure ci sono tante sensazioni non piacevoli che fanno parte della vita e bisogna imparare ad apprezzarle. Non è facile, quando si vuole scappare dalla noia la prima cosa che si fa è prendere il cellulare. Ma di base preferisco non dare tanto di me a tutti, meglio che mi esprima attraverso i personaggi”.
Ha un fidanzato?
“Non ne voglio parlare, non mi interessa che si chiacchieri sulla persona con la quale passo il tempo. Posso dire che sono felice”.
[…] Lei ha 30 anni, quasi 31. Che effetto le fa?
“Bellissimo. I 20 sono l ‘esaltazione della vita. Ma per me essere finalmente adulta è meraviglioso, significa avere responsabilità, costruire il mio pensiero sul mondo. La libertà è consapevolezza, e questo è il momento nel quale posso stare in piedi diritta”.
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