Consumo di sale, l’allarme Oms: “Mondo fuori strada. La principale causa è soprattutto una”. L’Organizzazione mondiale della sanità lancia l’allarme sul consumo eccessivo di sale. Solo il 5% degli Stati membri dell’Oms, infatti, ha politiche di riduzione del sodio obbligatorie e complete, e tra questi non vi è l’Italia. Eppure l’attuazione di politiche di riduzione del sale contenuto negli alimenti potrebbe salvare circa 7 milioni di vite, nel mondo, entro il 2030.
I dati emergono dal ‘Global report on sodium intake reduction’ dell’Oms che mette in guardia: “il mondo è fuori strada per raggiungere l’obiettivo globale di ridurre l’assunzione di sodio del 30% entro il 2025”. Si stima che l’assunzione media globale di sale sia di 10,8 grammi al giorno, più del doppio della dose raccomandata dall’Oms , ovvero meno di 5 grammi di sale al giorno (pari a un cucchiaino).
Ne ha parlato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. “Le diete malsane sono una delle principali cause di morte e malattia a livello globale e l’eccessiva assunzione di sodio è uno dei principali colpevoli”, ha detto.
Consumo di sale, l’allarme Oms
Il consumo eccessivo il sodio aumenta il rischio di malattie cardiache, ictus. Inoltre, alcuni studi documentano un aumento del rischio di cancro gastrico, obesità, osteoporosi e malattie renali. Nonostante questo, solo 9 paesi (Brasile, Cile, Repubblica Ceca, Lituania, Malesia, Messico, Arabia Saudita, Spagna e Uruguay) hanno un pacchetto completo di politiche con misure obbligatorie per la riduzione del sodio. E in Italia, rileva il rapporto ripreso da Ansa, non sono previste e non c’è nessun limite al contenuto di sodio negli alimenti.
L’Oms invita tutti i paesi a implementare l’adozione di politiche obbligatorie e a promuovere 4 interventi ‘best buy’ : stabilire obiettivi per la quantità di sodio negli alimenti e nei pasti; limitare gli alimenti ricchi di sale in ospedali, scuole, luoghi di lavoro e case di cura; etichettare sulla parte anteriore della confezione per aiutare i consumatori a selezionare i prodotti a basso contenuto di sodio, fare campagne di comunicazione per ridurre il consumo di sale. Ma anche favorire il consumo di sale a basso contenuto di sodio (iposodico).
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