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Emanuela Folliero: “Molestie? Con una frase cambiavano approccio. Dopo il parto una falsità girava su di me”

Emanuela Folliero: “Molestie? Con una frase cambiavano approccio. Dopo il parto una falsità girava su di me”. Emanuela Folliero sulle molestie e non solo, l’ex annunciatrice di Mediaset, 58 anni, si racconta a tutto tondo in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Emanuela Folliero, per 28 anni ha dato la buonanotte all’Italia con I Bellissimi. E ora?
«Potrei anche vincere un Oscar, ma rimango quella dei Bellissimi. Tre anni fa ho concluso il contratto con Rete 4, ma è una stagione della mia vita che è terminata in modo positivo e ora sono più libera: prima avevo un’esclusiva e nessuno mi chiamava. Ora lavoro anche in Rai».

I suoi ex datori di lavoro?
«Non ho avuto proposte interessanti da loro. A parte il Grande Fratello Vip: ma ho pensato al mio adolescente, Andrea, e al suo giudizio. Quando entriamo nei negozi dove c’è musica e ballo lui mi fulmina: “mamma, no!”».

Julia Roberts ha detto che Hollywood non le perdona l’età. Lei ha da poco compiuto 58 anni.
«In realtà, per come vanno le cose in televisione in Italia, credo di essere una donna troppo giovane per avere un programma tutto mio».

Non le manda a dire.
«Sono schietta. Lo ero anche ai provini».

Ha dovuto difendersi?
«È successo. A un casting mi chiesero di spogliarmi nuda. Risposi: “Non sono venuta dal dottore” e me ne sono andata, non prima di aver avvisato le altre che aspettavano fuori dalla porta. Ma sono entrate lo stesso».

Come si è difesa dalle molestie?
«Tra un chiacchiera e l’altra, tiravo fuori che avevo un papà avvocato. E quando lo dicevo, l’approccio cambiava».

[…] La televisione?
«Ho cominciato con Licia Dolce Licia: avevo 20 anni e il provino consisteva nel girare in tondo, scambiandoci degli sguardi».

[…] è diventata subito un sex symbol.
«Ma non mi ci sono mai sentita: da piccola mi chiamavano poker d’ossi e sec symbol. Andavo in giro con il golf di mio fratello, anche al mare».

Silvio Berlusconi.
«L’ho incontrato per la prima volta a Segrate, veniva in mensa e si metteva a raccontare le barzellette e a distribuire i pasti: “Folliero ma non le ho mai fatto la corte? Ah no? Perché?”»

Ha contato più la fortuna o il talento?
«Ho detto molti no che mi sono costati. Ma alla fine ho fatto così tanti programmi che per ricordarmene devo andare su Wikipedia».

[…] Un incidente di percorso.
«Ad un certo punto un agente mi ha suggerito il Paolo Limiti Show, un programma Rai di prima serata: “tanto hai il paracadute, torni in Mediaset quando vuoi”: mi hanno messo a fare la valletta. E quel paracadute non si apriva più…».

Il calendario.
«Avevo 38 anni, non ne volevo sapere. Poi mi hanno dato una pila di libri dei più grandi fotografi e sono andata anche a guardarmi le pornostar, per capire le posizioni. Quando l’ho visto in edicola ho pensato: “non lo comprerà nessuno”. Abbiamo dovuto ristampare».

Emanuela Folliero: “Molestie? Con una frase cambiavano approccio”

Qualche critica?
«Alfonso Signorini mi ha detto che con gli stivali bianchi sembravo “da Nomentana”».

[…] mamma «tardiva»: aveva 42 anni.
«Ero in cura per le cisti ovariche, dopo una visita la mia dottoressa mi ha detto che ero incinta. A quell’età si chiama “premium baby” e prima di affezionarmi all’idea ho voluto essere certa di portare a termine la gravidanza».

Il padre di suo figlio?
«Un ragazzo di Bassano del Grappa, che conoscevo da sei mesi e colmava alcuni miei vuoti. Non eravamo fatti per stare insieme, ma si è trasferito a Monza per starci più vicino».

Il baby-blues.
«In clinica ho avuto un crollo. Le infermiere mi hanno vista piangere e si è diffusa la voce della depressione post-partum. Ho detto: “devo reagire”. E ho deciso di farmi aiutare».

[…] Suo marito Pino Oricci.
«L’ho conosciuto in Sardegna. L’ho visto andare in acqua e ho pensato: “però, niente male”. Provavo a nuotargli vicino, ma lui faceva triathlon ed era imprendibile».

Alla fine?
«L’ho abbordato al bar. Ha ordinato sei caffè e gli ho domandato: “Li bevi tutti tu?”».

Il suo ex storico Stefano D’Orazio.
«Ci ha presentati un amico a un concerto dei Pooh: mi ha invitata a cena Da Vittorio, a Bergamo. Mi scriveva frasi d’amore sui tovaglioli di stoffa: “tanto con quel che costano”, diceva…»

Perché vi siete lasciati?
«Programmi di vita differenti. Ci siamo lasciati con un brindisi, davanti a una coppia di amici: “volevamo dirvi che non stiamo più insieme”. Da quel giorno siamo diventati amici».

[…] Cosa si rimprovera?
«La pigrizia: sono una che non va alle feste e agli eventi, mi fa una fatica furibonda. E nel mio ambiente, per lavorare, tocca fare salotto».

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