Nicolò Galasso: “Mare Fuori? Particolare recitare con papà ma la cosa difficile è stata un’altra”. Nicolò Galasso su Mare Fuori, l’attore che veste i panni di Pirucchio nella fiction Rai ambientata a Napoli parla della sua esperienza in una intervista a ‘Vanity Fair’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Insomma, Pirucchio non c’è più.
«È un ragazzo che aveva voglia di cambiare, ce la stava quasi facendo ma poi si spegne, e questo lo consegna alla memoria. Il fatto che per salvare i genitori abbia deciso di scaricare la pistola lasciando cadere i proiettili penso che sia molto forte».
[…] Com’è stato lasciare andare un personaggio con cui è cresciuto?
«I personaggi hanno un inizio e una fine e noi abbiamo il privilegio di raccontarli e farli vivere. Lì per lì è doloroso, ma la fine vera non esiste perché i personaggi vivono per sempre».
In Mare Fuori l’abbiamo vista recitare con suo padre: è un attore di mestiere?
«Sì, ha fatto la Silvio D’Amico».
Com’è stato recitare con lui?
«Particolarissimo perché nella seconda stagione l’ho dovuto odiare: non è una cosa facile da fare quando ami tanto una persona. Ma la cosa più difficile è stata un’altra».
Cioè?
«Vedere tuo padre che fa il discorso al tuo funerale. Lì mi stavo sentendo male, perché ero presente. È stata una scena particolarmente toccante che mi ha permesso di vivere questo scambio di identità con un abbraccio post mortem».
Con suo padre ha un buon rapporto?
«Un ottimo rapporto, è stato lui a guidarmi verso questo mestiere anche se ho iniziato ad appassionarmi alla recitazione da piccolo. A 12 anni ho scelto di trasferirmi da lui per intraprendere un percorso più strutturato a Pescara, dove insegna in una piccola scuola».
Da attore l’ha incoraggiata a seguire le sue orme?
«All’inizio ha cercato di dissuadermi in tutti i modi, voleva che facessi musica, tant’è che da piccolo ho imparato a suonare il violoncello. La mia passione, però, era un’altra: mi mettevo a provare i monologhi, a guardarmi allo specchio, immaginandomi di stare a teatro».
Nicolò Galasso: “Mare Fuori? Particolare recitare con papà”
È sempre stato questo il suo sogno da bambino?
«Sì, oltre a essere Batman. Sogno di fare l’attore da quando avevo 9 anni e ho chiesto a mio padre di regalarmi la Divina Commedia».
[…] Cosa porta un bambino di 9 anni a voler recitare?
«Il desiderio di evasione, volevo essere e diventare qualcos’altro per dimenticarmi chi ero veramente».
Che bambino era Nicolò Galasso?
«In pubblico molto timido e da solo molto espansivo. Con la famiglia ero sempre pronto a raccontare una storia, ma quando arrivava qualcuno mi zittivo».
[…] Da adolescente si è mai ficcato nei guai come Pirucchio?
«Non di quella portata. Ero irrequieto, sempre preso dai miei progetti e dalla voglia di andare via da Pescara».
[…] La sua vita è cambiata dopo Mare Fuori?
«Il fatto di essere riconosciuti e riconoscibili è all’ordine del giorno, e non me lo sarei mai aspettato: è evidente che abbiamo fatto bene il nostro lavoro».
Com’è gestire il successo?
«Manca qualche momento di privacy, ma lo metti in conto quando scegli di fare un certo tipo di lavoro. Sono molto grato di ogni momento in cui arriva una persona che ha visto la serie e ti chiede di abbracciarla: sono dei momenti meravigliosi che mi danno la forza di continuare a pensare che facciamo qualcosa di bello».
[…] Ha per caso imparato a fare la pizza come Pirucchio?
«Ho seguito delle lezioni in una pizzeria ai Quartieri Spagnoli, ma forse più che la pizza ho imparato meglio l’accento napoletano, che è stata una grande conquista».
Ora che non c’è più il suo personaggio, continuerà a vedere Mare Fuori o le farà un po’ male?
«Abbiamo un ottimo rapporto con tutti, siamo una famiglia, e sicuro la continuerò a guardare. Poi, chissà, magari capiterà di esserci ancora. La fine non esiste».
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