Giorgia: “Depressa dopo il lockdown, piangevo sul piano. Poi è successo qualcosa di magico, sono tornata in me”. Giorgia depressa dopo il lockdown, la cantante romana, 51 anni, racconta i problemi che l’hanno tenuta lontana dai riflettori, in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
[…] cosa l’ha spinta a tornare in gara quando ormai si era conquistata lo status di superospite?
‘’Na mattata! La casa discografica, la Sony, insisteva; Amadeus ha avuto l’approccio giusto, lieve: “Che sarà mai? Un’esperienza in più”. Riaffrontare il festival con la me di oggi era un modo per testarmi su quel palco che sin dagli inizi ha rappresentato un appuntamento importante. Con i miei 51 anni mi sono detta: forse una botta d’adrenalina è salutare. Mi stavo “sedendo””.
Come mai?
“Dopo il lockdown sono andata molto giù nella mia emotività artistica: mi sentivo depressa, ecco. Quando hai figli devi comunque marciare, mostrarti attiva, però quando mi chiudevo nella stanza del piano, certi pianti! Non sapevo più dov’ero, che cosa dovevo fare e se dovevo ancora fare, visto che la musica è completamente cambiata. E poi, di che cosa parlare? Fingere non si poteva e neppure sottolineare: “Moriremo tutti”! Abbiamo capito, okkeeeey, non c’è bisogno di ricordarlo… Finalmente mi sono sbloccata! Ha contribuito parecchio la mia prima esperienza cinematografica”.
Giorgia: “Depressa dopo il lockdown, piangevo sul piano”
Debutta sul grande schermo?
“Sììì, a fine marzo! Un giorno è spuntato fuori Rocco Papaleo: “Ti va di girare un film corale?”. “No, ’ndo vado? Non sono capace!”. Ha iniziato l’opera di convincimento e, quando ho letto il copione, l’ho scoperto in armonia con me: il personaggio di Olga sono io! Si intitola Scordato: Rocco, regista e protagonista, è un accordatore di pianoforti “scordato” rispetto all’esistenza. Quando gli viene un blocco alla schiena incontra me – una fisioterapista – che lo travolgo con un “pippone” elencando le possibili cause psicosomatiche. Mi sarebbe piaciuto che avesse scritto altre 100 pagine sull’argomento, ne so abbastanza e sono convinta che alcuni disturbi siano segnali lanciati dal corpo. Mi ha aiutato lui a prepararmi, ci siamo incontrati quotidianamente per tre mesi. Al momento di arrivare sul set…”.
È nata una stella.
“Mhhm, no. Scena all’aperto a Salerno, con la gente che ci chiama: io terribile, una capra. Vado da Rocco: “Mi sa che ci siamo sbagliati” (sussurra). Lui: “E mi sa pure a me!” (risatona). “Che facciamo?” gli chiedo. “Proviamone un’altra e decidiamo”… Per fortuna è successo qualcosa di magico, sono tornata in me”.
[…] Il suo compagno è un papà moderno? Collabora?
“Sì, è bravissimo! Tanti impegni – i tre dischi, i concerti – ho potuto prenderli perché c’era lui, che è quasi mamma da quanto è papà. In 12 anni Samuel non ha mai dormito senza almeno uno di noi due. Emanuel si è completamente votato al figlio: a volte mi lamento “E io ’ndo sto? Sto quaaa!” (ridendo, fa il gesto di sbracciarsi). Comunque preferisco così rispetto a una volta, quando i padri rientravano solo alla sera, stanchi. Il mio, per giunta, viaggiava per lavoro: ricordo che mettevo la faccia nel suo armadio per percepirne l’odore. Insomma: a maggio parto per il tour abbastanza tranquilla”.
Giorgia: “È successo qualcosa di magico, sono tornata in me”
[…] Quale dovrebbe essere oggi il mantra collettivo?
“Io, la natura, il cielo. Io, la natura, il cielo. Io, la natura, il cielo… (ride). Non ho più fiducia incondizionata nel genere umano, ma spero nelle nuove generazioni: i Maya sostenevano che, dopo un transito difficile, sarebbero nate anime illuminate”.
E la genesi della canzone di Sanremo, Parole dette male?
“Non è mia, è di Alberto Bianco, ma – paradossalmente – sembra la più mia di tutte, con questo sentimento di malinconia che assale chi vive con profondità e impedisce quasi di andare avanti, tenendoci legati al passato. Però nell’ultimo inciso arriva la luce che brucia le paure: resterà una nostalgia, quasi un rimorso, verso un pezzo della tua esistenza che non c’è più e però, essendo ormai parte di te, si trasforma. La prendi per mano e vai avanti”.
Non intendevo chiederle di Alex Baroni (l’ex fidanzato scomparso nel 2002), ma il pezzo ci costringe.
“Non avrei potuto calarmici tanto se non avessi attraversato quell’esperienza lì, ovvio. E, purtroppo, non solo quella: in questi vent’anni, da quando lui non c’è, mi sono ritrovata altre volte a vivere la perdita fisica di persone care, ho dovuto ripercorrere lo stesso cammino, per quanto a poco a poco mi sia convinta che un senso ci deve essere” (foto Giorgia Instagram).
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