Sara Serraiocco: “Il primo giorno della mia vita? Io come Emilia, ho preso decisioni dolorose”. Sara Serraiocco su ‘Il primo giorno della mia vita’, l’attrice abruzzese, 32 anni, è tra i protagonisti del nuovo film di Paolo Genovese Ne parla in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi
Partiamo dal suo personaggio, Emilia. Chi è?
”Una ragazza che ha sempre inseguito il suo sogno: diventare una campionessa di ginnastica. Ci si è dedicata fin da bambina senza però mai riuscire a realizzarlo, perché in tutta la sua carriera sportiva ha collezionato solo medaglie d’argento, mai d’oro. Poi arriva l ‘incidente, finisce paralizzata. È come se il destino la mettesse alla prova. Durante la settimana in più che le è concessa, Emilia riesce ad aprirsi, scopre se stessa e la relazione con gli altri”.
Fa un percorso di crescita.
“Sì. Prima era concentrata solo su di sé e sul podio, ora si apre, pian piano, verso il prossimo. Il tema del film è la seconda possibilità. Ma non sempre si riesce a coglierla, perché è difficile chiudersi una porta alle spalle”.
Lei ne è stata capace?
“Ho preso molte decisioni dolorose, sia lavorative, sia affettive. A volte bisogna rendersi conto che certi rapporti non vanno da nessuna parte, sia che si tratti della migliore amica, sia di un compagno, sia di una relazione di lavoro. Credo che nella vita ci siano diverse fasi, e che a volte bisogna mettere un punto per poi ripartire”.
[…] Lei ha un passato da ballerina classica. Le capitava spesso di sentirsi seconda?
“Vivere con un senso di inadeguatezza costante è parte della mia quotidianità, e sono riuscita a trasmetterlo al mio personaggio. Vale nella danza ma anche nel cinema, in tutti gli ambienti competitivi con carriera altalenante. A volte già arrivare secondi è un miraggio, anche come attrice. Il problema di Emilia è che ha cominciato con la ginnastica da bambina, era troppo piccola per gestire le sconfitte. È una questione di maturità”.
Sara Serraiocco: “Il primo giorno della mia vita? Io come Emilia”
Come si affronta un fallimento?
“È doloroso ma ci si rialza, anche perché bisogna imparare a relativizzare i problemi della vita. Un fallimento non è niente rispetto a una malattia, o a una perdita. Proprio questo è il cuore del percorso di consapevolezza che compie la mia Emilia”.
[…] Come si prepara per interpretare i suoi personaggi?
“Mi piace dare un’impostazione realistica. Per La ragazza del mondo ho frequentato le riunioni dei Testimoni di Geova, per Brutti e cattivi ho lavorato con un insegnante di danza per riuscire a utilizzare solo i piedi, visto che nel film non ho le braccia. Per Il signore delle formiche ho studiato e ho parlato a lungo con il regista Gianni Amelio per farmi raccontare quegli anni”.
Ha smesso di fare la ballerina classica per un incidente. Come mai poi si è iscritta al Centro Sperimentale di Cinematografia?
“È successo più di dieci anni fa. Ho smesso di ballare, ci ho messo un punto e ho ricominciato. È stato casuale, un po’ da incosciente, quelle cose che si fanno a 19 anni per istinto. Cresciamo con un’educazione che ci dice: prima fai questo, poi quest’altro. Invece, scardinare le regole può dare buoni risultati. Mi sono detta: dai, proviamo, ed è andata. A 32, devo essere sincera, non avrei la stessa elasticità mentale. O almeno ci metterei più tempo, pondererei meglio una decisione”.
[…] Lei è mamma da sei mesi di Maria. Come vanno le giornate con una figlia neonata?
“Benissimo, mangia e dorme. Sto iniziando a informarmi per il nido, perché lei è socievole e vivace e credo che sia molto formativo. Mi sembra una buona soluzione”.
Seguici anche su Facebook. Clicca qui
Aggiungi Commento