Nuovo processo plusvalenze, chiesta penalizzazione per la Juve e inibizione del vecchio cda: le richieste di Chinè. Il nuovo processo sulle plusvalenze, che ha riaperto il caso archiviato con tutte assoluzioni ad aprile e maggio del 2022, riparte dopo la richiesta di revocazione della Procura, arrivata dopo quanto emerso dall’inchiesta Prisma della Procura di Torino.
Lo scorso novembre, ricordiamo, sono state diffuse intercettazioni, appunti, documenti, il celebre “Libro nero di FP”, in cui il dirigente juventino Cherubini aveva appuntato il modus operandi dell’ex ds Fabio Paratici, biasimando il ricorso eccessivo a scambi con i giovani a prezzi elevati che ingolfavano gli ammortamenti. E ancora email e documenti in cui lo scambio tra squadre viene pensato senza preoccuparsi di individuare i nomi dei giocatori da scambiare, sostituiti da delle “x”, ma inserendo già i valori.
Nuovo processo plusvalenze: le richieste di Chinè
A seguire l’udienza da remoto, oltre alla Juventus, c’erano anche Sampdoria, Empoli, Genoa, Parma, Pisa, Pescara, Pro Vercelli e il vecchio Novara. Tra i dirigenti convocati, tutto il vecchio vertice della Juventus, con Agnelli, Paratici, Nedved e Arrivabene, oltre a Cherubini, unico ancora operativo. A giudizio anche l’ex presidente della Samp Ferrero, Corsi dell’Empoli insieme alla figlia Rebecca, oggi consigliere di Lega Serie A.
In apertura c’è stata la requisitoria del procuratore Giuseppe Chinè per motivare la richiesta di revocazione. Chinè ha chiedto di “penalizzare di 9 punti la Juventus”. E poi: 16 mesi di inibizione per Agnelli, 20 mesi e 10 giorni per Paratici, 10 mesi per Cherubini e 12 mesi per tutti altri consiglieri della Juventus.
Poi, la palla passerà alle difese e quindi la Corte dovrà decidere se ammettere la revocazione o chiudere definitivamente questo capitolo. La decisione è attesa in serata.
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