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Spettacolo

Anamaria Vartolomei si racconta: “Ho due difetti. Parigi uno shock. Italia? Paolo Sorrentino eccezionale”

Anamaria Vartolomei si racconta: “Ho due difetti. Parigi uno shock. Italia? Paolo Sorrentino eccezionale”. Anamaria Vartolomei si racconta, l’attrice romena, 23 anni, considerata la nuova star del cinema francese, ripercorre le tappe della sua vita privata e professionale in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

“Non ho mai avuto dubbi, non ci sono mai state per me due opzioni, ma solo una: fare l’attrice. È così da quando chiesi ai miei genitori di iscrivermi a un corso di teatro e quando avevo 10 anni e fui scelta dalla regista Eva Ionesco per My Little Princess. Ora che ne ho 23 vedo che la dedizione sta ripagando. Però so anche che devo continuare a studiare per rispettare, non solo le persone che contano su di me, ma anche e soprattutto le mie aspettative”.

La prima popolarità l’ha ottenuta nel 2012 quando era ancora bambina. Ora questa seconda ondata di attenzioni a distanza di 10 anni: quali sono le differenze principali?
“Ora ho la consapevolezza che continuando così, se sarò aiutata anche dalla fortuna, potrò raggiungere alcuni obiettivi. All’epoca era solo teoria. Quando uscì My Little Princess e facevo interviste accanto a Isabelle Huppert, che in quel film interpretava la mia eccentrica madre, ero sempre attenta a come si poneva, alla serietà che metteva sia sul set sia nella promozione del film”.

Ha fatto sue queste qualità?
“Spero di sì. All’epoca mi colpì molto e così ho cercato di farle mie. L’attenzione dei media ora è sicuramente più forte, anche perché non ho l’implicita protezione che normalmente si dà a una bambina, ma non ne sento ancora la pressione, ho una vita piuttosto convenzionale”.

Anamaria Vartolomei si racconta: “Parigi uno shock poi è passato”

[…] Sembra lavorare molto su se stessa: quali sono i difetti di cui è consapevole?
“Sono impaziente ma anche perfezionista, due caratteristiche che vanno sia a braccetto sia in contrasto. È un dilemma che cerco di risolvere ogni volta singolarmente, soprattutto se si tratta di un provino, ancor più se parliamo di un video da mandare a qualcuno che neanche ti ha mai visto dal vivo. Succede soprattutto quando mi propongo per film internazionali. Non so mai se sto inviando quello giusto, se conviene aspettare ancora, fare un’altra registrazione. Allo stesso tempo voglio chiudere il più velocemente possibile la pratica, avere una risposta, sapere se è andata bene o male”.

Alcune persone dopo il liceo si prendono sei mesi o un anno sabbatico per girare il mondo, conoscersi dentro: ha mai avuto questa esigenza?
“Sono felice della vita avuta finora. So che non mi sono concessa molto quanto a svago non legato al lavoro, ma mi piace così tanto ciò che faccio, ci sono così dentro che non riuscirei a lasciarmi andare davvero”.

[…] Che ricordi ha della Romania?
“Un misto di sensazioni, da una parte quelle dell’infanzia vissuta lì, cresciuta da mia nonna, finché i miei genitori non vennero a riprendermi. E poi ci sono quelle dei ritorni, estati passate come se fossi una di lì e una straniera allo stesso tempo, soprattutto negli occhi delle mie amiche d’infanzia nel frattempo diventate grandi. Sono due anni che non torno, con il Covid è stato difficile organizzarsi, ripasseremo del tempo tutti assieme a Natale”.

Come è stato crescere a Parigi da straniera?
“Inizialmente uno shock, non parlavo la lingua, fui catapultata in un altro mondo, strade più grandi, affollamenti, una cultura che non era la mia. I miei genitori però mi sono sempre stati molto vicini”.

Anamaria Vartolomei si racconta: “Italia? Paolo Sorrentino eccezionale”

Perché scelsero Parigi?
“Il loro piano iniziale era andare in Inghilterra dove c’è un nostro cugino, poi per una serie di casualità si fermarono a Parigi. Non avevano niente. Mio padre iniziò a lavorare come manovale in cantieri edili. Mia madre faceva vari lavoretti. Nel giro di qualche anno però sono riusciti a crearsi una propria ditta. Mio padre organizza i gruppi di lavoro, mia madre cura l’amministrazione”.

Qual è la più grande lezione che ha imparato da loro?
“Se devo fare qualcosa devo impegnarmi al 100 per cento, con dedizione e passione, portando rispetto a me stessa e alle persone con le quali lavoro. Ora invece mi dicono sempre di restare con i piedi per terra, di dare il giusto tempo alle cose”.

L’hanno sostenuta nella scelta di diventare attrice?
“Sempre, ed è straordinario se si pensa a quante volte si sente di genitori che osteggiano i sogni dei figli nel mondo dello spettacolo, soprattutto se non si viene da ambienti più che benestanti. Stanno facendo lo stesso con mio fratello. Ha 16 anni, ma gioca a calcio da quando ne ha cinque, è un numero 10 e mio padre lo accompagna alle partite ogni volta che può”.

Al di là di una carriera negli Stati Uniti, ha mai pensato a un film in Italia?
“Adoro i film di Pietro Marcello, soprattutto Martin Eden con Luca Marinelli. La sua interpretazione mi è stata di grande ispirazione per La scelta di Anne. Mi piacerebbe molto lavorare con loro due, oltre che con Paolo Sorrentino, che trovo eccezionale”.

 

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