Rita Rusic: “Divorzio con Cecchi Gori una violenza terribile. Fidanzato 30 anni più giovane? C’è un motivo”. Rita Rusic, il divorzio con Cecchi Gori e non solo, l’attrice e produttrice cinematografica, 62 anni, ripercorre le tappe della sua vita in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Che vita fa oggi Rita Rusic?
«A Miami, non sono stata solo in spiaggia: ho preso la laurea in regia alla New York Film Academy, tutti i giorni in aula con studenti di vent’anni. La prima lezione era: quali sono gli elementi più importanti di un film? Primo, la storia. Secondo, la storia. Terzo, la storia. Insomma, io che ho prodotto 150 film, tra firmati e non firmati, sono ripartita dalle basi».
[…] Cosa facevano i suoi a Kastellir?
«Si erano sposati giovanissimi, mamma si occupava di noi figlie, papà suonava sassofono e clarinetto, insegnava musica, faceva un po’ di teatro e, per sopravvivere, sculture di marmo. Ma chi vuole che comprasse sculture a Kastellir? Per cui, scolpiva lapidi da morto».
Immagino non ricordi di quando, profuga a quattro anni, partiste per l’Italia.
«Ho chiara l’immagine di mamma e papà che ci dicono di non parlarne con nessuno e di tutti noi che partiamo, con due valigie di cartone e le nonne vedove che ci accompagnano alla corriera per Trieste e piangono».
Si ricorda anche del campo profughi?
«San Saba era stato un campo di concentramento, ci misero in una stanza coi materassi per terra ancora sporchi di sangue. Io dissi: non ci dormirò mai. Ma di recente, la figlia dell’uomo che ci accompagnò lì, mi ha raccontato che mia sorella continuava a dire “è tutto brutto” e che io continuavo a risponderle: sì, ma indietro non dobbiamo tornare».
[…] Quando ha capito che la bellezza poteva darle un potere?
«Già in collegio: piacqui così tanto alla moglie del direttore che mi prese sotto la sua ala. Mi fece fare la cresima con Paolo VI, mi portava sacchi in pannolenci pieni di regali».
[…] La moda, il cinema, sono stati una fuga, un sogno o che altro?
«Un sogno. Lessi che tali Miranda e Nicole cercavano modelle. Essendo donne, pensai non ci fosse pericolo e mi presentai. Mi offrirono un provino per la sigla di Discoring. Fu imbarazzantissimo: c’erano Donna Summer e Renato Zero, un tizio mi disse: mettiti lì e balla. Dico: ma senza musica? E lui: la musica è nella tua testa. Ballai e mi presero».
Rita Rusic: “Divorzio con Cecchi Gori una violenza terribile”
Arriva prima l’incontro col cinema o con Vittorio Cecchi Gori?
«Facevo la modella, studiavo Medicina, andavo sempre in un ristorante dove andava anche l’assistente di Adriano Celentano. E lì iniziarono a girare Asso, con Celentano e Edwige Fenech, e conobbi Vittorio, che m’invitò subito a un festival a Buenos Aires. Non andai».
Lui le piacque?
«Come bellezza, no, ma era simpatico, mi faceva ridere, ed era un po’ infantile, anche se aveva 18 anni più di me. E mi lusingava che fosse produttore e mi avesse scelta per corteggiarmi».
Quando interpretò Uraia in Attila Flagello di Dio eravate già fidanzati?
«Sì, ma fui presa non perché mi proposi, ma perché Eleonora Giorgi strappò il contratto, Castellano e Pipolo non trovavano un’altra attrice, nel film erano tutti mezzi nudi e dopo settembre non si sarebbe più potuto girare. Dissero a Vittorio “proviniamo Rita”. Lui non voleva, ma l’inverno incalzava. Mi trovai sul set con un bikini di pelo. Ero felice, ma mi sentivo inadeguata. Infatti, dopo, mi misi a studiare recitazione».
Girò una manciata di film, poi lasciò. Perché?
«A Vittorio non piaceva che facessi l’attrice, ma neanche che andassi all’università, in palestra… Ho fatto tre anni di accademia drammatica e studiato inglese, spagnolo, fatto palestra, tutto a casa. Lui era molto possessivo, io molto giovane e abbastanza stupida: mi sentivo gratificata dalla sua gelosia. Molto presto, ho iniziato ad andare in ufficio con lui, non volevo stare a casa e volevo capire cosa fa un produttore. Alcuni interlocutori erano imbarazzati dalla mia presenza, ma Vittorio era fermissimo. Diceva: se parli con me, parli anche con lei».
[…] La separazione fu rissosa e con interventi dei carabinieri.
«Fu orribile. Ricordo quando lessi nello sguardo di Vittorio che per lui non contavo più niente. Sentii che mi voleva annientata».
Rita Rusic: “Fidanzato 30 anni più giovane? C’è un motivo”
Ricominciare come fu?
«Lui non volle che lavorassimo insieme. E andai via senza un euro. Ero abituata a autista e guardie del corpo. Oggi mi sembra ridicolo, ma avevo paura a uscire di casa da sola. Il mio numero, il più ambito del cinema italiano, per un anno e mezzo, non ha mai squillato».
Perché andò via senza un euro?
«Ho preso zero e neanche una casa ed è stata un’offesa per tutte le donne che hanno passato anni con un uomo, facendo, lavorando, dimostrando. L’altra vergona è che ci ho messo 17 anni e mezzo divorziare, una violenza terribile. E il divorzio è arrivato quando non c’era più niente: Vittorio era stato arrestato e le società erano fallite. I miei figli non hanno neanche un garage che arrivi dal padre».
Com’è potuto crollare un impero?
«Me lo chiedo anch’io. Valeva quattromila miliardi di lire: se lo fai apposta, non ci riesci».
Oggi, come si mantiene?
«Ho aperto a Miami, con una socia, un concept store sofisticato e di successo, si chiama Violet & Grace lavoriamo ad altre aperture, Roma inclusa. E negli ultimi anni ho raccolto storie da produrre per cinema e serie. Presto prevedo di raccogliere i frutti».
Nel 2008, ha pubblicato con Mondadori «Jet Sex», un «diario erotico sentimentale». Quanto c’era di vero fra sesso su voli privati e infedeltà con i calciatori?
«È come per lo scrittore di gialli, che non è un assassino, ma un potenziale assassino. Io non ho mai nascosto di essere attratta dal sesso, lo trovo bello, giocoso. Sono io che portai in Italia Sex and the city, su Tmc».
Quanti fidanzati giovani ha avuto?
«Qualcuno. Ora sto con un ragazzo di 32 anni, trenta meno di me. È un bellissimo viaggio perché è a termine, il che lo rende intenso».
Come fa ad avere ancora un fisico così tonico?
«È un impegno. Mi alleno, mangio sano. Non mi voglio arrendere: è orribile, ma è così. Mi chiedo sempre: quanti anni buoni ancora ho?».
Seguici anche su Facebook. Clicca qui
Aggiungi Commento