Chicago, profanata la tomba di Al Capone: scritta shock apparsa sulla lapide. È successo nella notte dello scorso mercoledì, 23 novembre, nel cimitero cattolico di Mount Carmel nel sobborgo Hillside di Chicago, nello Stato americano dell’Illinous. Qui la tomba di Al Capone è stata deturpata da alcuni vandali che hanno scritto la parola “male” con lettere rosso vivo a simboleggiare il sangue. La tomba contiene i resti dell’intera famiglia Capone.
Non è chiaro chi abbia preso di mira la tomba e perché. Al momento non ci sono né arresti né sospettati per la bravata. La vernice è stata rimossa lo stesso giorno, ha detto la polizia di Hillside. Capone si è trasferito a Chicago da New York all’età di circa 20 anni per lavorare come buttafuori in un bordello. Ha poi condotto una illustre carriera criminale nella città del vento, dove è stato sepolto dopo la sua morte sopraggiunta quando il boss del proibizionismo aveva 48 anni.
Alphonse Capone divenne famoso durante gli anni del proibizionismo in gran parte grazie ai profitti illeciti proventi dalla vendita illegale di alcolici. Era una figura controversa, descritto spesso come un uomo violento. Divenne l’icona del crimine organizzato negli Stati Uniti durante i primi anni ’20.
Chicago, profanata la tomba di Al Capone
Nato a Brooklyn, nel 1899, da immigrati italiani, Capone seguì le orme dell’amico Johnny Torrio. Il boss divenne ben presto uno degli uomini più temuti negli Stati Uniti, un criminale astuto, salito a capo della mafia di Chicago a soli 26 anni e la cui campagna di estorsioni e omicidi ha toccato il mondo della politica. Soprannominato “Scarface” a causa di una profonda cicatrice che attraversava la guancia sinistra, Capone subì un’aggressione quando era ancora adolescente.
Ha sposato sua moglie Mae Coughlin nel 1918 e suo figlio Sonny è nato il 4 dicembre dello stesso anno. Di lui si ricorda la ferocia con la quale ordinò il massacro di San Valentino del 1929, quando furono giustiziati sette membri di una banda rivale, con il risultato che Capone fu soprannominato “Nemico pubblico numero uno”. Fu incriminato nel 1931 per 22 capi di evasione fiscale e condannato a 11 anni di carcere dopo che gli inquirenti avevano fallito numerosi tentativi di portarlo a procesdo per altri reati. Morì il 25 gennaio 1947, all’età di 48 anni dopo aver sviluppato la demenza a seguito di una contrazione della sifilide.
Seguici anche su Facebook. Clicca qui
Leggi anche:
Padova, malore improvviso al ristorante: sindaca salva la vita a un cliente
Aggiungi Commento