Uccise il padre per difendere la madre: maxi condanna per un 28enne, assolto il fratello. I fatto risalgono all’agosto del 2020, quando Pasquale Scalamandré, 62 anni, ex autista Amt in pensione, fu ucciso dai due figli a causa dei maltrattamenti inferti alla madre. Per l’omicidio, Simone Scalamandrè, 22 anni, è stato assolto dalla corte di Appello dopo che i giudici di primo grado lo avevano condannato a 14 anni. Mentre per il fratello Alessio, 28 anni, è stata confermata la condanna a 21 anni.
L’omicidio era avvenuto nel quartiere San Biagio, nella periferia di Genova. La vittima era indagata per maltrattamenti nei confronti della madre dei ragazzi e quel giorno era andato a casa per chiedere al maggiore di ritirare le accuse nei suoi confronti per il processo che si sarebbe svolto da lì a breve. L’uomo era stato aggredito dai figli e colpito molte volte con un mattarello e altri oggetti.
Alessio e Simone Scalamandrè erano imputati di omicidio volontario in concorso, aggravato dal vincolo di parentela. La Corte d’assise, presieduta dal giudice Massimo Cusatti, nel calcolo della condanna del più piccolo dei due fratelli aveva applicato l’articolo 114 del codice penale che fa riferimento al “contributo minimo” dell’imputato nella commissione di un reato in concorso, una delle poche attenuanti che consente di abbattere sensibilmente la pena, come aveva chiesto l’avvocato di Simone, Nadia Calafato.
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