Pena di morte, in Arabia Saudita è carneficina: record di decapitazioni in 10 giorni. La pena di morte in Arabia Saudita fa registrare 17 esecuzioni in 12 giorni. Il tutto nonostante le promesse del principe ereditario Mohammed bin Salman di ridurre le esecuzioni. Secondo quanto riferito da Reprieve, un’organizzazione per i diritti umani, gli imputati, tutti maschi, sono stati condannati a morte dopo essere stati incarcerati per reati legati alla droga.
L’organizzazione no-profit rende noto di aver raccolto dati sulle esecuzioni di questa settimana, la maggior parte dei condannati è stata decapitata con una spada. Tre degli uomini giustiziati erano pakistani, quattro siriani, due giordani e tre sauditi. Venerdì prossimo dovrebbe essere ucciso un altro giordano.
Gli ultimi dati portano il numero totale di persone giustiziate quest’anno in Arabia Saudita ad almeno 132. Il numero di esecuzioni è schizzato alle stelle tanto che quelle di quest’anno equivalgono a quelle del 2020 e del 2021 messe insieme.
Mohammed bin Salman aveva promesso riformare il sistema giudiziario: nel 2018 aveva detto che la sua amministrazione stava cercando di “ridurre al minimo” la pena capitale e giustiziare solo persone ritenute colpevoli di omicidio. Ma da allora nulla è cambiato.
La direttrice di Reprieve, Maya Foa, ha dichiarato: «Mohammed bin Salman ha ripetutamente propagandato la sua visione del progresso, impegnandosi a ridurre le esecuzioni e a porre fine alla pena di morte per reati di droga. Ma mentre un anno sanguinoso di esecuzioni volge al termine, le autorità saudite hanno ricominciato a giustiziare per reati di droga, in gran numero e in segreto».
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