Istat, bonus alle famiglie hanno ridotto il rischio povertà: i numeri. Grazie all’insieme delle politiche sulla famiglia è stato ridotto il rischio povertà. È quanto emerge dal report Istat, secondo il quale nel 2022 la diseguaglianza è scesa dal 30,4% al 29,6% e il rischio di povertà dal 18,6% al 16,8%. Le stime dell’istituto di previdenza includono gli effetti dei principali interventi sui redditi familiari: la riforma Irpef, l’assegno unico e universale per i figli a carico, le indennità una tantum di 200 e 150 euro, i bonus per le bollette elettriche e del gas e l’anticipo della rivalutazione delle pensioni.
La riforma dell’Irpef, l’assegno unico e gli altri interventi – spiega l’Istat – hanno ridotto il rischio di povertà per le famiglie con figli minori. Questo sia coppie (-4,3 punti percentuali), sia monogenitori (-4,2), soprattutto in seguito all’introduzione dell’assegno unico. Per le famiglie senza figli o solo con figli adulti il rischio di povertà rimane quasi invariato o aumenta lievemente. Per le famiglie monocomponenti (-2,1) e per gli ultrasessantacinquenni soli (-1,3) la riduzione è dovuta prevalentemente ai bonus e all’anticipo della rivalutazione delle pensioni.
Istat, bonus alle famiglie hanno ridotto il rischio povertà
“I dati restano comunque vergognosi, non degni di un Paese civile. In ogni caso le politiche del Governo Draghi sono servite, ivi compresi il bonus una tantum di 200 euro, mirato a chi guadagna meno di 35 mila euro, che ha contribuito a ridurre il rischio di povertà. Senza contare gli effetti, qui non calcolati, sui consumi e il contenimento della perdita del potere d’acquisto anche di chi povero non è, ma non naviga nell’oro” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
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