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Spettacolo

Pino Daniele, il figlio: “Amava i fan ma lo feriva un aspetto. Il suo più grande problema è stato uno”

Pino Daniele, il figlio: “Amava i fan ma lo feriva un aspetto. Il suo più grande problema è stato uno”. Pino Daniele, il figlio Alessandro, 43 anni, parla della biografia di suo padre che ha scritto e intitolato con il suo nome e cognome in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Suo padre, Pino Daniele, era così?
«Esattamente così. Il suo più grande problema è stato essere Pino Daniele. Viveva la popolarità in maniera conflittuale. Era legato ai suoi fan, ma qualche volta l’aggressività di quelli che contestavano la sua evoluzione artistica lo feriva».

Non apprezzavano le ultime sperimentazioni musicali?
«C’erano quelli che avrebbero voluto “congelarlo” ai tempi di Nero a metà. E glielo dicevano con durezza, a volte quasi minacciandolo. Ma la grandezza di papà è stata soprattutto quella di essersi evoluto, di non aver mai rinunciato a sperimentare».

Lei ha appena scritto per RaiLibri una biografia di suo padre che ha intitolato, semplicemente, con il suo nome e cognome. Pino Daniele è mancato nel 2015, lei è diventato il custode della sua memoria?
«Detta così suona come una cosa esagerata. Però con la Fondazione Pino Daniele, oltre a coltivare un grande archivio, promuoviamo numerosi progetti sociali. A cominciare da quelli che hanno al centro l’inclusione».

Suo padre si è mai sentito escluso?
«Certo. Papà è nato nei quartieri popolari di Napoli, ha avuto una famiglia con numerosi problemi, è stato allevato da due vicine di casa benestanti, ha rischiato di restare per sempre sulla strada. Parlava napoletano, da ragazzo faceva fatica ad esprimersi in un italiano corretto. E dunque, sì, si è sentito escluso nel momento in cui ha deciso di fare musica».

[…] Nel libro lei accenna anche alla semi-cecità di suo padre.
«Una cosa che lo ha profondamente segnato, ma che è stata anche una linfa vitale per la sua musica. Ci vedeva pochissimo, aveva delle cicatrici sul fondo oculare che gli tagliavano la visuale. Nel 1974, proprio per questo problema alla vista, venne esonerato dal servizio di leva che all’epoca era obbligatorio. Si spiega così il suo caratteristico sguardo leggermente di traverso. Vedeva male, ma non si è arreso, anzi, questo disturbo ha affinato il suo senso musicale, perché ha imparato a esprimersi attraverso le note e le parole».

Pino Daniele, il figlio: “Amava i fan ma lo feriva un aspetto”

E ci sono stati anche i problemi al cuore.
«Mio padre era un miracolo in movimento. Pensi che ad un certo punto della sua vita aveva una vena sola che portava il sangue al cuore. I medici gli dissero che non avrebbe più fatto concerti, ma lui riuscì a ribaltare questa perizia. Le sue canzoni erano troppo importanti».

È vero che «Quanno chiove», uno dei suoi successi maggiori, nemmeno voleva inciderla?
«Verissimo. Aveva accennato la musica al telefono ma non era convinto, i produttori hanno dovuto insistere. E non tutti sanno che Anna verrà, un altro grande successo, era stata scritta per Marco Armani. E sa perché? Perché voleva che fosse un giovane a cantarla sul palco di Sanremo! Poi però non se ne fece nulla».

Pino Daniele ha trasformato il napoletano in un linguaggio universale. Però ha cantato anche in inglese.
«Questo passaggio lui lo spiegava così: “Nella mia musica c’è il grande patrimonio della musica tradizionale e popolare, ma anche molte cose nuove, è un modo per portare la melodia tradizionale al di fuori di Napoli e se canto in inglese ogni tanto è proprio per far capire Napoli anche fuori dall’Italia”».

E poi ci sono le grandi amicizie, per esempio quella con Massimo Troisi.
«Amicizia e complicità. Ma tra di loro c’erano anche grandi silenzi, che sono l’emblema della complicità».

Ad un certo punto lui e sua madre, Dorina Giangrande, si sono separati. Lei, Alessandro, come l’ha presa?
«Ricordo il giorno in cui lui me lo disse. Risposi che se non andavano più d’accordo quella era la scelta migliore. Oggi sto cercando di ricomporre anche un legame con i figli che lui ha avuto dalla sua seconda unione. Penso che a lui farebbe piacere».

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