Clarissa Burt: “Io tradita da Massimo Troisi. Ho deciso di lasciare l’Italia per un motivo”. Clarissa Burt tradita da Massimo Troisi, l’ex attrice e top model americana, 63 anni, si racconta in una intervista rilasciata ai microfoni di ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
«Sono cresciuta a Philadelphia in una casa molto cattolica, molto irlandese e molto… violenta: mio padre beveva parecchio. Vedevo lui sempre arrabbiato e la mamma sempre infelice: aveva 18 anni quando sono nata e ha sopportato per più di vent’anni questo matrimonio tossico. Che dolore vederla giovanissima, con tre figli, abusata da questo mostro… Non si piaceva: “Non mi fotografate ché vengo male, sembro più grassa”. E io cosa ho fatto nella vita? La modella! Papà, irlandese, parlava con disprezzo degli italiani negli Stati Uniti e io dove mi sono trasferita? In Italia!».
E nel nostro Paese le cose hanno iniziato a girare: copertine di riviste fashion, pubblicità prestigiose, la televisione…
«Non completamente. Strada facendo pensi di aver trovato persone che ti vogliono bene e invece incontri gelosie, cattiverie, i tradimenti in amore – queste sono le tranvate che spesso ci arrivano nella vita. Avevo la fortuna di lavorare con le donne più belle del mondo, ma in molte di loro vedevo sofferenza: droga, alcol, relazioni sbagliate… Mi chiedevo: qual è il nesso tra mamma a Philadelphia e queste creature divine sulle passerelle? Ovviamente la risposta era: mancanza di autostima “felice”. Qualcosa che riguardava pure me: a 26 anni ho avuto la prima depressione, che ne è durati due, dolorosa».
Clarissa Burt: “Io tradita da Massimo Troisi”
Legata a qualche evento preciso?
«Mah… Forse lo sgretolamento della famiglia (i miei finalmente avevano divorziato), l’essere sola dall’altra parte dell’oceano. I rapporti che immancabilmente finivano per un tradimento…. Sì, compresi quelli con Francesco Nuti e Massimo Troisi. Non mi capacitavo: “Ma come, mi dicono che sono una delle donne più desiderate d’Italia, io sto con te e tu mi metti le corna? Mi volevi sposare, i tuoi mi adoravano… E concludevo: non sono abbastanza».
C’entrava magari anche il fatto che, in quanto showgirl negli anni Ottanta, si sentiva oggettificata?
«No, a dire il vero. Ho fatto solo quello che volevo fare, mai accettato un compromesso. Gli amici commentano: “Clari’, gli uomini avevano soggezione di te!”. Avevano rispetto di me, piuttosto! Sta a noi insegnare agli altri ogni giorno come vogliamo essere trattati, mettere confini».
Clarissa Burt: “Così sono uscita dal buio”
Come è uscita dal buio? Con l’aiuto della psicoanalisi?
«Svaligiando il reparto “self help, crescita personale” delle librerie. Avevo fame di imparare come essere una persona migliore rispetto a quello che mi era stato insegnato a casa. Un tuffo nell’oceano: testo per testo, poi documentario per documentario, corso su corso per il rafforzamento di sé. Fondamentale è stato Pensa e arricchisci te stesso di Napoleon Hill, un antesignano: nel 1937 – su incarico dell’industriale e filantropo Andrew Carnegie – intervistò oltre 500 uomini affermati (da Thomas Edison a Theodore Roosevelt), per capire la formula del successo. In soldoni, la regola d’oro è questa: dare e fare per gli altri quel che vorresti fosse fatto per te. Da lì ebbe l’intuizione del Master Mind, creare un gruppo di persone che si uniscono per scambiare risorse e aiutarsi l’un l’altro a crescere. Io stessa oggi ho un Master Mind, un think tank di 22 donne, ci confrontiamo ogni due settimane».
No, no: non corra. Quando si è sentita più forte?
«Intorno ai 40 ho iniziato a non soffrire più di depressione, di ansia. È stato l’avvio di un nuovo percorso come produttrice, ma a 47, 48 anni ho deciso di lasciare Roma, per quanto fosse un guscio sicuro. In America la famiglia stava crescendo, mia sorella aveva avuto quattro bambini e io non li vedevo crescere; mia nonna Clarissa – la mia anima gemella – stava invecchiando… Sono tornata: una sfida con me stessa perché negli Stati Uniti non ero nota, quando mi sono trasferita a Phoenix, in Arizona non conoscevo neppure i vicini di casa… Era di nuovo tutto da reinventare da zero a quasi 50 anni. Non potevo contare né sulla bellezza né sul mio nome. Potevo contare su qualche risparmio degli anni italiani, avendo lavorato tanto e bene. Mi sono presa un decennio di riflessione e di accumulo di competenze per mettere le basi della mia piattaforma multimediale. Ora, a 63, il vecchio sogno: la pubblicazione di Ridefinisci la tua autostima».
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