Il cervello funziona anche dopo la morte: registrati 10 minuti di sogni e pensieri in un defunto. Cosa succede dopo la morte? Forse non sapremo mai cosa accade dopo che il nostro corpo smette di funzionare. Alcune esperienze di persone ritornate in vita dopo essere apparentemente morti, hanno raccontato di una luce, altri ricordano di aver visto la propria vita scorrere loro davanti. Ebbene alcuni recenti studi hanno scoperto che in effetti il cervello funziona anche dopo la morte, almeno nei 600 secondi successivi.
In un ospedale canadese hanno scoperto in una persona appena defunta che il cervello continua a pensare e lavorare fino a 10 minuti dopo la dichiarazione di decesso. Lo scenario, che ha riacceso gli entusiasmi dei ricercatori, si è presentato nel reparto di terapia intensiva della struttura sanitaria canadese. Qui è è stata registrata attività cerebrale per 600 secondi a un 87enne deceduto in seguito ad un incidente.
L’operazione ha permesso di rilevare dati estremamente preziosi per conoscere sempre di più episodi di lucidità pre-morte, profonda coscienza in relazione alla morte. Stando a quanto emerso, il cervello dell’uomo era concentrato, cercava di recuperare la memoria, ha avuto esperienze di sogni e elaborava informazioni. In un altro studio i medici hanno intervistato più di venti pazienti negli Stati Uniti e in Gran Bretagna i cui cuori si sono improvvisamente fermati mentre erano in ospedale ma poi si sono ripresi.
Il cervello funziona anche dopo la morte: la scoperta
I risultati hanno mostrato che c’erano cinque temi chiave per le esperienze dei pazienti. Ciò includeva la “valutazione della vita”, come vedere i ricordi e valutare come avevano trattato gli altri durante il loro tempo in vita. Altri si sentivano “diretti verso una destinazione” o erano addirittura consapevoli che veniva eseguita loro una manovra di rianimazione.
Secondo il dottor Sam Parnia, autore dello studio ed esperto di terapia intensiva del centro medico di New York NYU Langone Health, i pazienti possono anche essere a conoscenza delle attività in terapia intensiva dopo la rianimazione, riuscendo ad ascoltare i medici che li stanno curando. Secondo l’esperto britannico, che da 20 anni indaga su cosa accade quando il cuore si ferma, coloro che sono stati riportati indietro dalla morte hanno riportato uno stato di coscienza intensificato.
Lo studio del dottor Parnia ha esaminato le esperienze di soli 53 uomini e donne che hanno ricevuto la rianimazione dopo essere andati in arresto cardiaco e poi si sono ripresi. Mentre i pazienti venivano rianimati, sono stati attaccati loro dispositivi di monitoraggio del cervello per vedere se c’erano segnali che il loro cervello stava prendendo informazioni. I dispositivi proiettavano anche immagini su uno schermo di fronte al paziente mentre riceveva il trattamento e riproducevano clip audio di parole lette ogni cinque minuti, come mela, pera e banana. Alcuni pazienti ricordavano cose specifiche, oppure eventi medici mal interpretati.
Seguici anche su Facebook. Clicca qui
Leggi anche:
Muore per 27 minuti, poi si risveglia e scrive: “Il Paradiso è reale, cosa ho visto dopo la morte”
Aggiungi Commento