Marisa Laurito: “Domenica In un incubo, rifiutai il rinnovo. Italiani non sanno più vestire. Su Mina Settembre…”. Marisa Laurito su Domenica In e non solo, l’attrice partenopea direttore artistico del Teatro Trianon di Napoli, si racconta in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
In tv invece stai spopolando in Mina Settembre 2. Un grande ritorno nel ruolo, sempre favoloso, della zia, qualsiasi zia. Ti sei divertita?
“In verità sta spopolando Serena Rossi. Però sono molto contenta, ovviamente. Ho rischiato poco e molto allo stesso tempo. Perché per problemi personali Marina Confalone – mia amica e attrice straordinaria – non ha potuto registrare molto (nella serie interpreta la mamma di Mina, ndr), dunque hanno fatto entrare me, per rendere un po’ morbida l’assenza relativa di Marina. E sostituire un personaggio amato mi aveva dato parecchie preoccupazioni, però per fortuna sta andando bene”.
Comunque hai ritrovato una tua grande amica.
“Con Marina poi non lavoravo da tantissimo, da quando eravamo giovanissime. Tanto che ci è venuto molta voglia di fare qualcosa insieme. L’adoro, è una donna molto speciale”.
[…] Ma davvero dal mitico indirizzo di via Flaminia, casa tua e di Marina ai tempi della gavetta, passarono tutte le future star dello spettacolo?
“Proprio così. E la cosa pazzesca è che tutti quelli che ci sono passati sono diventati famosi. Sergio Castellitto, Belloccio, Massimo Ranieri, Benigni. Roberto l’avevo conosciuto dietro le quinte di Vita da Cioni – spettacolo dove interpretava il sottoproletario Mario Cioni, da solo con un lampadario appeso.
Diventammo amici e cominciò a frequentare casa. Mi aiutò pure a dipingerla in stile casino fascista, tutta nera e rosa. Sai, mi lasciavo suggestionare dai film che vedevo e ogni anno cambiavo decoro. Detto ciò questa casa era una bisca per giocatori d’azzardo; Nando Murolo, che ce l’aveva subaffittata, ci faceva sloggiare quando era serata di poker. Eravamo squattrinati, pieni di sogni e perennemente affamati: avevo inventato il “lunedì della dieta”, una torta e del latte bianco per tutta la giornata. Però che risate”.
Marisa Laurito: “Domenica In un incubo, rifiutai il rinnovo”
Il 19 aprile di quest’anno hai festeggiato 50 anni da Edoardo che ti scrittura a 21 anni. Che effetto ti ha fatto?
“Li volevo festeggiare bene in teatro, ma avevo troppe cose da fare. Li festeggerò il prossimo anno, al 51esimo anniversario, tanto va bene uguale. Anche perché il ’51 è l’anno in cui sono nata, e perciò accorpo, faccio tutta una festa”.
Non sembri proprio una nostalgica?
“No. Sono una persona molto positiva, e non mi riguardo mai. Mi chiamano per dirmi se mi sono vista e io trovo scuse. Non mi piaccio mai, trovo solo difetti, e questo è buono perché mi spinge a evolvermi. Il passato – come diceva Luciano De Crescenzo – è andato nel momento in cui batti le mani; il tempo che conta, che ha valore è quello interiore. Io penso di avere 28 anni, ma veri, poi passo davanti a uno specchio e rimango sconvolta. Però è così. So che l’età fisica avrà presto un peso, ma finché cuore e mente funzionano tutto va bene”.
[…] Che ricordo hai di Domenica In?
“Per me è stata una bellissima esperienza, e un incubo, perché venivo da Arbore, dove tutto doveva essere pensato e ideato. Mentre Boncompagni era l’esatto contrario, il vuoto delle idee. Quando andavo da lui per suggerire modifiche o altro, diceva «perché? funziona già bene». E perciò mi trovavo a fare due ore di Cruciverbone tutto improvvisato. Una fatica immane. E siccome andava bene, ogni domenica aumentava il tempo”.
Quell’edizione andò benissimo, non te ne offrirono altre?
“Sì, ma rifiutai. Eravamo abituati a fare successi e scappare via. Allora mi offrirono una prima serata, dissi no; il mezzogiorno, ancora no. Rifiutai tutto. E per tutto intendo tutto quello che la Rai aveva di importante allora. Ma avevo bisogno di un anno sabbatico. Ripensandoci forse ho sbagliato, forse no, ma sarei diventata una statuina televisiva, come ce ne sono tante. Del resto volevano rifare tutto: da Quelli della notte (Renzo disse no) a Marisa la nuit (un altro no)”.
Marisa Laurito: “Italiani non sanno più vestire, perso il Made in Italy”
Bisogna fare sempre i conti con il proprio carattere, no?
“Adoro variegare. La noia mi fa stare male. Non posso stare ferma a fare Domenica In per 18 anni. Un’artista ha bisogno di movimento, altrimenti la creatività si spegne”.
[…] La direzione artistica del Trianon Viviani (Teatro della canzone napoletana) in mezzo alla pandemia, decisamente un’avventura.
“Nonostante tutto ho fatto delle cose molto belle. Con l’appoggio della Regione Campania abbiamo lavorato a porte chiuse trasmettendo gli show on line. Quando poi abbiamo riaperto sono venuti Piovani, Noa, Gragnaniello, Edoardo Bennato. E poi ho fatto “La Stanza delle meraviglie della canzone napoletana”, uno spazio virtuale in cui si è circondati da suoni, voci, colori. Spero di continuare nella direzione perché voglio espandere questo polo musicale forte, che a Napoli infatti prima non c’era”.
[…] L’Italia sta perdendo personalità?
“Il mio paese lo amo molto, però quella cosa meravigliosa che avevano e che si chiamava Made in Italy che fine ha fatto? La gente non si sa più vestire. Ci vuole dignità e ruolo. A scuola e in chiesa bisogna andare vestiti decentemente, a teatro bisogna andare vestiti bene, perché è un luogo di bellezza. Bisogna essere eleganti. In America ci vanno con i jeans bucati, e questo sta arrivando anche qua, e lo sopporto poco”.
[…] Cosa ti propongono?
“Molti reality. Adesso vado a farne uno che comunque reality non è: Quelle brave ragazze (Sky). Mi diverte stare molto stare con Mara Maionchi e Sandra Milo, perciò ho detto sì”.
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