“Non meritavano la vittoria”: il Napoli è diventato l’alibi dei perdenti. Il Napoli di Spalletti continua inarrestabile la sua corsa inanellando vittorie su vittorie e lasciando vittime illustri per strada. Dal Liverpool alla Roma, passando per Milan e Lazio, a fine gara, dopo una sonora batosta, la frase più gettonata dagli allenatori sconfitti è sempre la stessa: “Non meritavano la vittoria”. Il Napoli è diventato l’alibi dei perdenti, nessun tecnico avversario riconosce le qualità di questi ragazzi e la competenza di Spalletti nemmeno dinanzi a partite dominate.
Contro la Roma gli azzurri hanno messo a segno l’undicesima vittoria consecutiva con un filotto partito dallo scorso 3 settembre proprio all’Olimpico contro la Lazio. A fine gara Sarri ha farfugliato a reti unificate di un calcio di rigore non concesso alla sua squadra, parlando di una sconfitta immeritata. Eppure in quel match il Napoli ha dominato, tirando 19 volte verso la porta (la Lazio 7) con il 62% di possesso palla, la specialità del fu comandante…
Poi il 4-1 casalingo contro il Liverpool, ma in questo caso l’allenatore non c’entra poiché Klopp ha fatto mea culpa. La frasetta è arrivata dagli altri ambienti italiani: “Non è più il Liverpool di una volta”. Tre giorni dopo, però, un altro tecnico piangina, Gotti, ha frignato a fine gara rivendicando un pareggio più giusto. Contro lo Spezia è vero che il Napoli ha vinto in extremis, ma facendo il tiro a bersaglio verso la porta ligure (28 tiri in totale).
“Non meritavano la vittoria”
Il cammino del Napoli è proseguito in Champions con la schiacciante vittoria sul campo dei Rangers, anche qui qualche lamentela del tecnico avversario, ma contenuta. La settimana di metà settembre si chiude con Milan-Napoli. In questo caso si, poteva starci anche il pareggio, ma Pioli a ogni conferenza stampa lo ribadisce con decisione più volte, anche se non glielo chiede nessuno (cosa rara perché Pellegatti colma subito il vuoto).
Poi la sosta per le Nazionali, con Raspadori che restituisce dignità all’Italia a suon di gol. Quindi si ricomincia con Napoli-Torino e si ritorna al Napoli alibi dei perdenti. Gli azzurri chiudono la pratica Toro in 37 minuti con tre gol (ma potevano essere 5) e poi pensano al match di Champions contro l’Ajax che li attende a sole 72 ore di distanza. La troupe di Spalletti abbassa un po’ il ritmo e i granata hanno qualche sussulto, ma niente che giustifichi la frignata di Juric a fine gara: “Abbiamo fatto meglio del Napoli, non meritavamo di perdere” e bla bla bla.
Poi torna la Champions, il Napoli ne fa 6 a casa dell’Ajax e per il tecnico dei lancieri gli azzurri sono poca roba: “Mi aspettavo di più”. Gli fa eco Alvini della Cremonese. Kvaratskhelia e compagni lasciano 4 sfogliatelle in terra lombarda e il tecnico avversario comincia, puntuale, la routine delle lamentele nel post partita: “Sono stati facilitati da un mezzo rigore: poi abbiamo commesso una ingenuità sul secondo gol, ma abbiamo fatto una partita importante”. Il rigore, ricordiamo, fu confermato dal Var.
Perchè il Napoli è diventato l’alibi dei perdenti
Quindi è di nuovo Champions, con gli azzurri impegnati contro il “Non è più l’Ajax di Cruiff”: la gara termina 4-2, pass per gli ottavi in tasca e questa volta un barlume di complimento: “Il Napoli è la migliore squadra affrontata negli ultimi anni”, dice Schreuder. Non è d’accordo Thiago Motta, che nonostante i 3 gol, due legni e ben 31 tiri verso la porta presi al Maradona, prima di tornarsene a Bologna carico di meraviglie ha il coraggio di prendersela con l’arbitro: “secondo me non ha fatto una buona partita, poi lascio giudicare a voi”.
Infine il match che ha visto il Napoli imporsi a Roma per 1-0 grazie all’eurogol realizzato da Victor Osimhen quando il match sembrava ormai indirizzato verso il pareggio. Mourinho ha schierato la sua squadra con un modulo che si potrebbe tranquillamente definire un 8-1-1, rinunciando completamente a giocare senza tirare in porta nemmeno una volta. Il tecnico portoghese si è preoccupato solo ed esclusivamente a non prenderle, senza mai portare rischi verso la porta azzurra (Meret poteva giocare in smart working). Eppure a fine gara lo special one ha parlato di sconfitta immeritata e di arbitro deludente.
Carmine Gallucci direttore@brevenews.com
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